Ostia, botte e stalking: 7 anni di pena per il bruto

Vittima e aggressore, entrambi di Ostia, hanno dato vita ad un violento contenzioso durato oltre 1 anno e conclusosi lo scorso 18 febbraio

Ostia: una odissea dolorosa quella vissuta da una donna che, dalla metà del 2019, dopo ripetute violenze, appostamenti, atti di stalking e soprusi di ogni tipo da parte dell’ex compagno e padre di sua figlia, ha trovato il coraggio e la forza di denunciare i misfatti subiti in serie e si è affidata all’avvocato Guido Pascucci, storico e stimato avvocato operante da anni sul nostro territorio.

Vittima e aggressore hanno dato vita ad un duro contenzioso durato oltre 1 anno e conclusosi lo scorso 18 febbraio

In particolare, rammenta Pascucci “Si è trattato di una escalation, un crescere di aggressioni, botte, minacce di ogni tipo, che avevano minato la serenità della mia assistita, una donna come ce ne sono a decine e decine, che per mesi non ha avuto l’ardire di ribellarsi a questa tragedia quotidiana messa in atto ai suoi danni da quello che doveva essere il suo uomo. Dopo l’arresto ed un primo provvedimento di arresti domiciliari, nulla era cambiato e si è continuato a vivere, per lei, in un clima di terrore, il suo ex compagno non desisteva e denuncia dopo denuncia si è arrivati prima ad un provvedimento dell’autorità giudiziaria che ha imposto al reo di indossare il braccialetto elettronico con Gps per la localizzazione e via via udienza dopo udienza, all’ultima e definitiva sentenza ai suoi danni con 7 anni di carcere da scontare per lesioni e stalking, arrivata lo scorso 18 febbraio 2022, ponendo fine al suo incubo”.

“Quel che mi preme sottolineare – rammenta l’avvocato Pascucci – non è solo e soltanto la gravità dell’accaduto, per un processo andato avanti praticamente per oltre un anno intero nei suoi diversi step – ma soprattutto, una volta di più il mio invito a tutte le donne vittime di casi come questo, di avere dentro di loro l’impeto giusto per denunciare subito i fatti senza remore, perché non sono sole”.

Il supporto, secondo Pascucci, è presente a tutti i livelli per le donne vittime di violenza di genere, ma in rapporto alle aggressioni le denunce sono ancora poche: La magistratura, gli avvocati, le forze dell’ordine, gli psicologi, sono una squadra compatta a supporto dell’universo femminile che non deve avere alcuna paura a parlare, per far sì che chi commette queste condotte criminali abbia la pena che merita. La struttura di supporto esiste ed è forte, ma molte donne non hanno la certezza di riuscire a reggere la pressione di un processo duro e spesso stancante e sfiancante contro i loro aguzzini e questo è un errore che non deve ripetersi, perché basta usare gli strumenti a loro disposizione per riuscire a vedere la luce e vivere una vita serena, senza più violenze o costrizioni”.

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A Fiumicino il primo reparto anti-violenza di genere della Polizia locale