Roma, detenuto si uccide inalando gas da una bomboletta: nel 2022 un suicidio ogni tre giorni

Appello di Vincenzo Comi, Presidente della Camera Penale di Roma: "I detenuti sono persone nelle mani dello stato, cosa deve succedere per interrompere questa tragedia?"

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Un carcere. Foto di archivio

Roma: Un detenuto di 24 anni si è tolto la vita all’interno del carcere capitolino di Regina coeli nella giornata di ieri, sabato 12 febbraio: ha deciso di farla finita inalando il gas di una bomboletta da campeggio,  evento che era già accaduto in un’altro caso analogo ad ottobre passato (Leggi Qui).

Appello di Vincenzo Comi, Presidente della Camera Penale di Roma: “I detenuti sono persone nelle mani dello stato, cosa deve succedere per interrompere questa tragedia?”

Risulta estremamente preoccupante dunque la media altissima di suicidi in carcere, solo dall’inizio dell’anno, in questo sanguinoso 2022, da questo punto di vista raggiungiamo il dato terribile di 1 ogni 3 giorni.

A questo proposito parla, commentando quest’ultimo recente suicidio, Vincenzo Comi, Presidente della Camera Penale di Roma: “Siamo a una media di suicidi in carcere di uno ogni tre giorni da inizio anno. Mi rivolgo alla Ministra della Giustizia professoressa Cartabia di cui conosciamo la sensibilità e l’umanità: non sente l’urgenza di ripristinare la legalità degli istituti penitenziari e non consentire più questa barbarie ? I detenuti sono persone nelle mani dello Stato! Cosa deve succedere per scuotere le coscienze degli uomini di governo e interrompere  questa tragedia che trasforma le carceri in cimiteri ?”.

Nel corso del suo appello Comi evidenzia come spesso la situazione sia stata posta all’attenzione delle autorità competenti: “Noi avvocati penalisti romani – specifica – denunciamo da sempre questo stato di abbandono del sistema carcerario nel Lazio. Lo abbiamo gridato in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario proprio qualche settimana fa sollecitando un intervento urgente ma purtroppo tutto è rimasto fermo ed ecco oggi l’ultima tragedia”.

“Lo pensi la ministra – conclude – che senza una riforma domani piangeremo altri morti nelle carceri. E saranno morti sulla coscienza di chi ha la responsabilità di ripristinare la legalità”.

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