Il Pokè, cos’è la nuova moda alimentare: parla la nutrizionista

Come può essere definito il pokè dal punto di vista nutrizionale? Risponde l'esperta

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Immagine di repertorio

Il pokè è una nuova moda alimentare di recente diffusione nel nostro paese, ma già molto apprezzata così come il sushi, e la cucina giapponese e asiatica in generale. Scopriamone le origini e i vantaggi per una dieta, insieme alla nutrizionista Federica Razzi.

Come può essere definito il pokè dal punto di vista nutrizionale? Risponde l’esperta

Il pokè deriva da una cultura culinaria che proviene dalla Isole Hawaii, e il pokè, che significa tagliare a pezzi, era una modalità alimentare che portavano avanti i pescatori hawaiani, con ciò che avanzava del pescato. Questi pezzi di pesce fresco crudo che restava, veniva abbinato con del riso e mangiato per mare, servito in un particolare contenitore: una scodella ancora oggi utilizzata.

“Solitamente – spiega la dottoressa nutrizionista, Federica Razzi il pokè è una specie di puzzle, che può essere organizzato e completato. Ci sono cioè diversi tasselli che vanno a costruire una pasto. Il puzzle si compone con una parte di carboidrati, per cui spesso viene proposto il riso, basmati, o più spesso integrale o un riso venere, spesso anche una porzione di cereali (orzo o farro), una porzione di proteine che molto spesso è pesce (crudo, marinato o conservato come ad esempio il salmone), e poi a completamento, ci possono essere delle verdure che quasi sempre sono crude, con aggiunte di salse e frutta secca e avocado che viene aggiunto agli ingredienti di base”.

Il Pokè, cos'è la nuova moda alimentare: parla la nutrizionista 1

“Quando ho visto per la prima volta il pokè – spiega la nutrizionista – mi è venuto in mente uno strumento molto potente che viene utilizzato ed io lo stessa lo utilizzo con i miei pazienti, che è la composizione del ‘Piatto Sano'”.

Si può immaginare in sostanza la forma di un piatto, che si deve dividere a metà. Nella prima metà questo andrà riempito di verdure, e gli altri due spazi dovranno essere riempiti di proteine (in un quarto del piatto), e carboidrati l’altro quarto.

Questa suddivisione era uno strumento che si utilizzava tempo fa al posto delle diete “si usava quando i pazienti non erano molto favorevoli alla composizione di un protocollo e a seguire le grammature”.

La scoperta della scodella del pokè, riporta alla modalità del piatto sano, e cioè di base ad una suddivisione assolutamente corretta:

Il pokè è come una sorta di tavolozza bianca su cui si può scrivere di tutto nel rispetto delle regole di base, che in questo caso avrà un “sottofondo di carboidrati, a cui si aggiunge il particolare proteico (pesce), a seguire le verdure e la parte grassa rappresentata dalle salse, dalla frutta secca (omega 3 e 6) e dall’avocado (che porta co se acidi grassi salutari), come già spiegato”.

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La nutrizionista, dottoressa Federica Razzi

Quando il pokè è fatto bene viene preparato anche con sale marino integrale, che può essere considerato un vero e proprio alimento che tutti dovremmo utilizzare in cucina. Si tratta di sale purissimo che contiene cloruro di sodio (sale comune), ma che trascina con sé tanti oligo elementi (iodio, magnesio, manganese), che lo rendono un alimento ricchissimo.

Pokè ideale per una dieta: completo e personalizzabile

“Sono molto favorevole all’utilizzo di questa modalità alimentare – conclude la dottoressa Razzi – che fortunatamente può anche andare a sostituire quel pasto rapido che prima era affidato al tramezzino o la trancio di pizza. Il pokè è una proposta più completa e molto più personalizzata, con una aspetto ludico a livello cerebrale, perchè scegliamo di mangiare ciò che ci piace con un appagamento anche estetico di colori e odori nel piatto (leggi qui), con un aspetto di sazietà sensoriale e visiva importantissima quando approcciamo ad un pasto”.

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