Monica Vitti non c’è più: la regina del cinema italiano si è spenta a 90 anni

Si è spenta Monica Vitti: donna vincente del cinema in un mondo di maschi

Roma: Monica Vitti si è spenta oggi, nella sua casa romana all’età di 90 anni dove viveva con suo marito Roberto Russo. L’attrice si era ritirata dalle scene nel 2001, dopo l’ultima uscita ufficiale al Quirinale per ritirare il quinto David di Donatello. Ecco il racconto della sua meravigliosa carriera.

La camera ardente dell’attrice, sarà allestita venerdì 4 febbraio al Campidoglio, dove dalle 10.00 alle 18,00 sarà possibile darle l’ultimo saluto, in attesa dei funerali di sabato 5 febbraio, alle ore 15 alla Chiesa degli Artisti di Piazza del Popolo.

Si è spenta Monica Vitti: donna vincente del cinema in un mondo di maschi

E’ morta oggi all’età di 90 anni Monica Vitti. L’attrice, mito e punto di riferimento per tutte le attrici di ieri e di oggi, ci ha lasciato senza fiato questa mattina, alla notizia della sua dipartita avvenuta nella sua casa romana, e dopo 20 anni di vita ritirata lontana dalle scene.

Seppur la sua mancata presenza pubblica, che ha pesato a tratti molto, sia in TV che al Cinema e a teatro, sia durata per tanti anni, il pubblico italiano ha sempre sentito l’attrice vicina soprattutto nell’efficacia sempre attuale di moltissimi ruoli da lei interpretati. In pochi minuti dalla notizia della scomparsa della Vitti infatti, i primi a rompere il silenzio sono infatti stati proprio i suoi fan, affollando i social con parole proprie, oppure con frasi – spesso citazioni dai suoi film – accompagnati da una delle tante splendide foto del suo primo piano che bucava l’obiettivo.

Per il pubblico e per tutti noi, è d’obbligo ricordarla, e lo facciamo con affetto e gratitudine, per la grande traccia indelebile che ha lasciato, e che appartiene a quel concetto di immortalità delle opere di cui è stata parte, con le magistrali interpretazioni – puntuali e perfette rappresentazioni della nostra società -, in cui vogliamo credere ancor di più nel giorno della sua morte.

Il ritratto di Monica Vitti

Monica Vitti, all’anagrafe Maria Luisa Ceciarelli era nata a Roma il 3 novembre del 1931, ma poi cresciuta in Sicilia, dove con la famiglia si erano trasferiti prima della guerra a causa del lavoro del padre (ispettore al commercio). Da sempre innamorata della recitazione fin dall’adolescenza, e cioè da quando metteva in scena spettacoli casalinghi per distrarre i fratelli dagli orrori delle bombe negli ultimi anni di guerra, si diploma realizzando il suo sogno, nel 1953, all’Accademia d’arte drammatica “Silvio d’Amico” e con il Maestro Sergio Tofano. Si era sposata con il regista Roberto Russo dopo un lungo fidanzamento durato 25 anni, e con lui, che l’ha assistita con amore fino all’ultimo momento, è rimasta sempre.

La lunga carriera di Monica Vitti costellata di successi

La grande interprete appena formatasi in accademia, muove i primi passi di quella che diventerà in poco tempo una presenza attoriale eccellente e imprescindibile nella cinematografia nazionale, sui palcoscenici teatrali dove interpreta da subito grandi ruoli drammatici di Shakespeare, Molière e tanti altri.

Successivamente l’attrice, riesce a liberare la sua verve istrionica nella riuscita serie di commedie ispirate al personaggio del Signor Bonaventura, all’epoca popolare eroe dei fumetti, mentre cerca un nome d’arte con cui rinascere nel mondo dello spettacolo. Così, sceglie un cognome che le ricorda la sua amata madre Adele Vittiglia, familiare per lei, e che in poco tempo lo diventerà anche per tutti i suoi fan.

Il debutto al cinema dove affascina per bellezza e voce

Debutta al cinema nel 1955 con un piccolo ruolo nell’Adriana Lecouvreur di Guido Salvini a fianco dei già grandi Valentina Cortese, Gabriele Ferzetti e Memo Benassi, ma passa solo qualche anno, e diventa la silenziosa musa di Antonioni per il primo dei quattro film capolavoro L’avventura. L’inizio di una crescita che farà di lei una diva internazionale grazie a titoli come La notte, L’eclisse, Deserto rosso.

Tutti i grandi registi internazionali inevitabilmente, finiscono per volerla anche perché oltre alla sua bellezza, sfoggia una voce calda e pastosa, che così come avveniva per Claudia Cardinale negli stessi anni, la caratterizzava in una interessante diversità rispetto ad una dizione più tradizionale.

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La svolta con la scelta delle commedie all’italiana: il primo regista fu Mario Monicelli

Tra le esperienze degli stessi anni, la Vitti si cimentata più volte nella tv, avendo anche un riconoscimento speciale con la partecipazione alla giuria del festival di Cannes del 1968 che fece notizia soprattutto quando decise di dimettersi per solidarietà ai contestatori della Nouvelle Vague.

Forse è quello il momento in cui decide di dare un taglio alla sua immagine più conosciuta, per abbracciare invece l’idea della commedia. E questo avverrà anche grazie a Mario Monicelli che la volle protagonista de La ragazza con la pistola. Fu un successo incredibile di pubblico, negli anni dell’emancipazione femminile, e in cui la timida ragazza siciliana Assunta Patanè, che insegue fino in Inghilterra l’uomo che l’ha disonorata (Carlo Giuffrè ), si emancipa a sua volta a Londra, dove capisce che si può essere libere e onorate anche senza passare per il delitto d’onore. Questa pellicola, diventa la sua consacrazione nel “genere”, che le permetterà da quel momento, di confrontarsi alla pari con gli altri grandi nomi (maschili), della commedia italiana.

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Il cinema italiano degli anni ’70 la vede protagonista di grande qualità in ruoli per lei pensati dai grandi registi Miklos Jacsò, Luis Bunuel, Andrè Cayatte. Ma lavora anche coi i grandi maestri italiani del cinema: Dino Risi a Ettore Scola, da Monicelli al Luigi Magni de La Tosca.

E’ stata compagna straordinaria, ma mai spalla, del grande Antonioni nella sperimentazione elettronica de Il mistero di Oberwald, ma anche di Alberto Sordi, in coppia – forse la più celebre – in tanti film che hanno segnato un’epoca, da “Polvere di stelle” ad “Amore mio aiutami”.

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I premi che le sono stati riconosciuti

Insieme al Leone d’oro alla carriera che nel 1995 le viene dato da Gillo Pontecorvo alla Mostra di Venezia – uno dei maggiori riconoscimenti internazionali – Monica Vitto ha ricevuto e guadagnato con la sua magia interpretativa 5 David di Donatello, 12 Globi d’oro e i 3 Nastri d’argento.

I primi messaggi di cordoglio dalle personalità del mondo pubblico

In un tweet pubblicato poco dopo le 12.00 di oggi è Walter Veltroni il primo ad annunciare la triste notizia : Roberto Russo, il suo compagno di tutti questi anni, mi chiede di comunicare che Monica Vitti non c’è più. Lo faccio con dolore, affetto, rimpianto”

Il profondo cordoglio per la scomparsa di Monica Vitti, arriva anche dal Presidente Mario Draghi: Attrice di grande ironia e di straordinario talento, ha conquistato generazioni di italiani con il suo spirito, la sua bravura, la sua bellezza. Ha dato lustro al cinema italiano nel mondo”.

In occasione del suo 90esimo compleanno Francesco Rutelli pubblicò su twitter una sua splendida foto sorridente come avremmo voluto vederla anche di recente. In quell’occasione scisse: “Cara Monica Vitti: 90 anni di vita, una personalità e un talento unici, un lungo silenzio. Siamo in tanti a volerti bene“.

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Su twitter il saluto del cantante Enrico Ruggeri che così ne descrive lo straordinario talento e personalità: “Intelligenza, cultura, ironia, autoironia. Drammatica, leggera, intensa e sorridente. Prendeva per mano il pubblico e lo portava dove voleva”.

La camera ardente in Campidoglio e i funerali di Monica Vitti

Per l’ultimo saluto a questa grande artista, la camera ardente è stata disposta in Campidoglio venerdì 4 febbraio, dalle ore 10.00 e fino alle 18,00 dello stesso giorno in attesa dei funerali, che, come d’abitudine per i personaggi del suo calibro, si svolgeranno alla Chiesa degli Artisti (Basilica di Santa Maria in Montesanto) di Piazza del Popolo a Roma. La cerimonia si svolgerà a partire dalle ore 15.00 di sabato 5 febbraio.

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