Avvocati, marcato gender gap: gli uomini guadagnano il doppio delle donne

Gender gap, la disparità economica nella retribuzione colpisce anche la professione forense: le differenze peggiori al sud e dopo i 35 anni

Roma: il gender gap, ossia il divario di genere fra uomini e donne nel trattamento economico nel mondo del lavoro, “colpisce” anche le donne impegnate professionalmente nel settore forense. Sul tema, di importante rilevanza in tutte le professioni, la Cassa Forense ha organizzato la tavola rotonda “Il divario reddituale delle professioni intellettuali”. Nell’incontro in cui si dibatterà sull’argomento, verranno anche mostrati gli ultimi dati a conferma del fenomeno che non decresce. I dettagli.

Gender gap, la disparità economica nella retribuzione colpisce anche la professione forense: le differenze peggiori al sud e dopo i 35 anni

Anche la professione forense soffre del cosiddetto gender gap, il divario di genere fra uomini e donne nel trattamento economico. Il fenomeno o per meglio dire il comportamento sociale, attinge dal passato la sua forza, imponendosi nella contrattualistica, ma nel tempo, anche in mancanza di un qualsiasi supporto documentale “arcaico”, non ha diminuito la sua prepotente presenza.

L’entità della disparità, più o meno costante in tantissimi ambiti professionali, non risparmia proprio nessuno, tantomeno gli avvocati, che attualmente vedono la situazione retributiva attestarsi sin dai primi anni, a differenze che si aggirano intorno ai tremila euro annui, e che in progress, nel corso della carriera, divengono ancor più nette.

Parliamo di gap, associati ad avvocate che già sotto i 30 anni di età vengono penalizzate economicamente, con circa 15 mila euro l’anno per gli avvocati uomini, contro il circa 12.500 delle donne, differenza che nelle fasce d’età superiori, va progressivamente aumentando fino a scavare un vero e proprio abisso retributivo, dai 35 anni in poi.

Se una professionista di età compresa fra i 35 e i 39 anni guadagna ad esempio in un anno circa 17 mila euro, un collega uomo guadagnerà quasi il doppio superando anche i 30 mila euro.

Man mano che l’età sale, il divario va progressivamente aumentando tanto che se una donna avvocato guadagna poco meno di 32 mila euro nella fascia 55-59; un uomo sarà capace di sforare i 70 mila euro.

Alla fine, la media reddituale di tutte le fasce d’età vede le avvocate dichiarare poco più di 23 mila euro l’anno; gli avvocati invece superano i 50 mila.

Le aree dove si registrano le maggiori disparità a livello nazionale

Forti differenze si registrano poi a livello territoriale, nel nostro paese. In generale nei dati raccolti e che verranno mostrati nella tavola rotonda di domani  pomeriggio “Il divario reddituale delle professioni intellettuali”, si può notare come nelle regioni del nord il divario, pure marcato fra generi, corrisponde a un livello reddituale maggiore, per cui la media dei redditi dichiarati da un’avvocatessa lombarda supera la media dei redditi di un avvocato del sud.

“Chiaramente – sottolinea la nota degli organizzatori a penalizzare tutta la categoria forense così come le altre professioni, ci hanno pensato anche due anni di pandemia, che hanno abbassando – quelle in egual modo – i redditi di uomini e donne che esercitano la professione legale”.

I dati sul tema presentati sommariamente oggi, verranno più ampiamente discussi e analizzati nel corso dell’evento di domani, che vedrà tra i partecipanti il Presidente di Cassa Forense Valter Militi e dalla Vice Presidente di Adepp Tiziana Stallone, dal Consigliere regionale del Lazio Eleonora Mattia, da Alessandro Bugli del Centro Itinerari Previdenziali e dall’economista Paola Profeta dell’Università Bocconi di Milano.

La tavola rotonda potrà essere seguita in streaming tramite  il siti istituzionale della Cassa Forense, a questo link: “Il divario reddituale delle professioni intellettuali”.

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