Ardea, scarcerati i fratelli pasticceri accusati di usura ed estorsione

Ieri sera il Tribunale del Riesame di Roma ha disposto la scarcerazione dei fratelli Leonardo e Vincenzo Guiderdone sottoposti a misura cautelare dal Gip di Velletri. 

guardia di finanza pasticceri ardea

Ieri sera il Tribunale del Riesame di Roma ha disposto la scarcerazione dei fratelli pasticceri Leonardo e Vincenzo Guiderdone sottoposti a misura cautelare dal Gip di Velletri.  I due sono titolari di pasticcerie tra Ardea, Anzio e Pomezia ed erano stati arrestati per reati di usura ed estorsione.

Ardea, scarcerati i fratelli pasticceri: le tappe della vicenda

La vicenda è partita lo scorso 29 giugno 2021 quando vennero eseguiti gli arresti ai quali fecero seguito provvedimenti di sequestro del patrimonio dei due indagati che da anni però non condividevano più le attività commerciali.

Già il 2 dicembre 2021 la Cassazione aveva annullato il provvedimento di rigetto del Riesame ed ora stesso Tribunale del Riesame di Roma ha preso atto della decisione della Suprema Corte ed ha disposto la liberazione dei due fratelli. Questa decisione è giunta dopo che lo scorso 28 dicembre 2021, sempre il Tribunale del Riesame di Roma, aveva annullato anche i provvedimenti di sequestro preventivo emessi sui beni dei fratelli Guiderdone.

La vicenda giudiziaria aveva destato scalpore per la grande popolarità sul territorio delle attività di pasticceria dei Guiderdone che ora hanno visto riconosciute le loro ragioni. Il difensore di Leonardo Guiderdone, avvocato Luca Goffredo, ha confermato la notizia ed ha manifestato la grande soddisfazione per il  risultato raggiunto sia in Cassazione che dinanzi al Tribunale del Riesame di Roma.

“La battaglia è durata mesi ma siamo stati sempre fiduciosi e oggi possiamo dire di avere avuto ragione – spiega Goffredo – la Cassazione ha accolto appieno il nostro ricorso ribadendo dei principi sacrosanti”.

Le indagini delle Fiamme Gialle della Compagnia di Pomezia avevano preso le mosse da tre verifiche fiscali eseguite nei confronti di altrettante imprese della zona operanti nel settore della produzione e vendita di pasticceria e servizi di bar e catering, riconducibili a Guiderdone Vincenzo e Guiderdone Leonardo.

“Dagli accertamenti – proseguiva la nota stampa – sono emerse, oltre all’occultamento al Fisco dei proventi dell’attività commerciale per circa 7 milioni di euro e all’evasione dell’Iva per circa 1 milione, sistematiche condotte distrattive poste in essere dai due fratelli con il supporto di altre quattro persone, volte a evitare il pagamento dei fornitori e il versamento delle imposte dovute all’Erario, che hanno causato il fallimento di una delle società coinvolte”.

“In particolare, è stato appurato lo svuotamento dei conti correnti delle imprese e il trasferimento di rami di azienda a soggetti giuridici di nuova costituzione, che venivano intestati a ‘prestanome’. Parte dei proventi pari a circa 1 milione di euro, era stata reinvestita nell’acquisto di immobili ed attività commerciali, con la creazione di nuovi punti vendita”.

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