I medici di famiglia: “Venite in studio solo per necessità non rinviabili”

La Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg) vara un decalogo rivolto ai pazienti e norme rigorose contro il rischio contagio

A fronte dell’impennata di casi e della diffusione della variante Omicron, l’attività dei medici di famiglia è «inevitabilmente critica e deve nuovamente essere protetta per assicurare la continuità assistenziale da svolgersi in rigorosa sicurezza». E’ una dei principi che ispira il ritorno a norme restrittive per le visite dei medici di famiglia.

La Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg) vara un decalogo rivolto ai pazienti e norme rigorose contro il rischio contagio

Per questo, la Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg) ha stilato un documento con indicazioni utili, in primis quella di frequentare gli studi medici «solo per reali necessità non differibili e evitando affollamenti in sala di attesa». A fronte dei dati in aumento, «vi è una corsa al tampone in tutte le regioni, senza che vi sia sempre un’offerta corrispondente; il tracciamento è saltato; chi ha avuto l’infezione da variante delta può essere reinfettato da omicron, i cui tempi di incubazione sono ancora incerti, forse inferiori alle varianti precedenti. I vaccini restano la migliore arma di difesa, purché con tre dosi».

Nel documento, consultabile sul sito, la Simg invita i pazienti, in caso di sintomi anche lievi che possano far pensare al Covid, a «isolarsi e contattare tempestivamente il proprio medico, prima di intraprendere qualsiasi iniziativa personale».

L’accesso agli studi medici deve essere programmato, la distanza in sala d’attesa tra ogni individuo deve essere deve essere superiore a 2 metri e la permanenza non deve superare i 15 minuti. Ogni paziente che accede allo studio deve essere trattato sempre come caso sospetto e si dovrà effettuare un’indagine sui contatti degli ultimi giorni.

I medici devono gestire i pazienti con sintomi sospetti da Covid-19 «a distanza nei limiti del possibile». In attesa di approvazione da parte delle autorità competenti di nuovi antivirali, i medici di famiglia, conclude la Simg, hanno un ruolo fondamentale “anche nell’indirizzare i pazienti vulnerabili alla somministrazione degli anticorpi monoclonali, unico strumento terapeutico oggi a disposizione.

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