La corsa ai tamponi di queste ore si spiega anche per la difficoltà di distinguere i sintomi del Covid da quelli dell’influenza
In altri tempi un colpo di tosse, uno starnuto, poche linee di febbre, i dolori articolari non ci avrebbero allarmato più di tanto. Avremmo pensato a un banale raffreddore o a una influenza da tenere sotto controllo con un po’ di riguardo e qualche aspirina. Oggi, nel pieno dell’ennesima ondata di pandemia, quei sintomi si terrorizzano. Basta vedere la corsa disperata al tampone (leggi qui) che si registra presso le farmacie e i laboratori di analisi.
Il freddo che ci spinge a restare al chiuso e la stagione dell’influenza stanno moltiplicando i soggetti con sintomatologia simile al Covid. Non si può rischiare di equivocare tra raffreddore, influenza o malattia da Sars-Cov2. A questo si aggiunge anche la difficoltà di rapportarsi efficacemente con i medici di famiglia che, tacitamente, chi più, chi meno, limitano al massimo le visite domiciliari e ricevono in studio con il contagocce (leggi qui). E’, poi, assai arduo rivolgersi al pronto soccorso, stanti i problemi di sovraccarico lavorativo di medici e infermieri, in trincea ormai da due anni (leggi qui).
Come fare, allora, a distinguere i sintomi del covid da quelli di altre malattie respiratorie? Premesso che deve essere sempre il medico a fare la diagnosi giusta, avvalendosi magari di strumenti diagnostici adeguati, piccoli ma utili consigli possono arrivare dagli specialisti. Uno di questi, interpellato da Il Messaggero, è Massimo Andreoni, direttore di malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali.
«Alcuni sintomi possono essere più frequenti in una patologia piuttosto che nell’altra – sostiene Andreoni – Ma possono essere entrambe prevenute attraverso il vaccino. E quindi è importante proteggersi con la profilassi anche per l’influenza».
Al di là delle piccole differenze cliniche, è più il decorso della malattia che differenzia le due patologie. «La perdita del gusto e dell’olfatto – spiega Andreoni – può manifestarsi anche nell’influenza, ma certamente è molto più frequente nel covid. Forse è un po’ meno segnalata se ci si infetta con la variante omicron. Nell’influenza c’è un po’ più di congiuntivite e sono un po’ più frequenti i dolori muscolari». Per quanto riguarda poi i fastidi legati all’apparato gastroenterico, qualche segnale in più può differenziare le due malattie. «Ricordiamo che per esempio la diarrea – mette in guardia Andreoni – è un disturbo che è più frequentemente presente nel covid rispetto all’influenza».
Ponete attenzione, poi, all’herpes che spesso si associa all’influenza, specie nella zona labiale. Nel covid è più raro mentre, al contrario, è più frequente l’esantema ovvero una dermatite meno localizzata e più diffusa sul corpo.
Difficile distinguere il covid dall’influenza se ci si ritrova con la sensazione di naso chiuso. «Forse la rinite – rimarca Andreoni – come impegno delle altissime vie respiratorie, è presente nell’influenza quasi sempre. Non dimentichiamo che la rinite e il mal di gola nell’influenza sono quasi sempre la regola, mentre nel covid li vediamo spesso ma non sono la regola. Il covid più spesso è una malattia bifasica, si ha prima un po’ di febbretta, che poi passa. E poi viene la febbre alta».
Matteo Bassetti, direttore delle Malattie Infettive dell’area metropolitana genovese, sottolinea che nella variante Omicron il covid attacca più diffusamente i bronchi rispetto ai polmoni. In ogni caso sia nell’influenza che nel covid, bisogna stare attenti se l’infezione colpisce i polmoni. «In entrambi i casi – evidenzia Andreoni – sono due polmoniti interstiziali. Quella covid ha una maggiore tendenza a un quadro di consolidamento e di fibrosi finale, mentre l’influenza tende a risolversi completamente. In sostanza, è più nella fase di guarigione che si differenziano che non nella fase di acuzia della malattia. Nel covid la polmonite lascia spesso dei reliquati, mentre invece quella dell’influenza normalmente guarisce completamente».
Il tampone, ai primi sintomi, resta il primo presidio per la diagnosi del Covid. «Per la diagnosi è fondamentale – conferma Andreoni –Anche perchè abbiamo farmaci sia per curare precocemente l’influenza sia per curare il covid. Poi, serve per evitare di contagiare gli altri».
Quanto ai farmaci, niente fai da te. «È opportuno prendere eventualmente soltanto antipiretici e antinfiammatori e non iniziare ad assumere subito antibiotici inutili. Altri farmaci vanno presi solo su indicazione del medico». Nella fase della malattia, conclude Andreoni, «bisogna stare a riposo, evitare attività oppure infreddature eventuali per evitare il rischio di eventuali altre complicanze. E poi bisogna idratarsi bene e seguire una alimentazione sana, soprattutto ricca di verdura».