Santa Marinella: fermati due pescatori di frodo con oltre 2000 ricci di mare

Elevate sanzioni amministrative per complessivi 24mila euro.

santa marinella pescatori di frodo

A Santa Marinella, i militari della Stazione Navale di Civitavecchia hanno sequestrato circa 2.000 ricci di mare, oltre alle attrezzature da pesca utilizzate. Elevate sanzioni amministrative per complessivi 24mila euro.

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Le attività di polizia a Santa Marinella  hanno consentito ai militari operanti di sorprendere due pescatori di frodo di Bari mentre si apprestavano a raggiungere la riva dopo aver fatto razzia di ricci di mare. Per i due, tra l’altro già protagonisti della stessa condotta a febbraio scorso, è scattato il sequestro di oltre 2.000 esemplari di riccio di mare e di tutta l’attrezzatura da pesca utilizzata, oltre ad un verbale di € 12.000,00 ciascuno.

Tutti i ricci di mare sequestrati sono stati immediatamente rigettati, così da tutelarne la sopravvivenza e garantire il ripopolamento dei fondali. L’importante compito affidato a questi piccoli animali marini è quello di tutelare l’equilibrio dell’ecosistema marino, essendo dei “biorimediatori naturali”, assicura un’azione di “filtraggio” dell’acqua di mare. Per tale ragione la loro pesca è contingentata (1.000 esemplari al giorno per i pescatori professionali e solo 50 per gli sportivi) e addirittura sospesa in determinati mesi dell’anno.

La continua domanda del mercato fa sì che, accanto ai pescatori professionali autorizzati, vi sia un vero e proprio esercito di abusivi che, attirati dagli importanti guadagni (circa un euro per ciascun esemplare di riccio di mare) e incuranti delle conseguenze ambientali delle loro condotte, attuano una vera e propria razzia incontrollata dei fondali marini, che ne sta progressivamente causando una vera e propria “desertificazione”.

È per questi motivi che la pesca di frodo impatta negativamente sull’ambiente marino, oltre che ad incidere sulla leale concorrenza della filiera ittica, alterandone le regole e danneggiando gli onesti operatori del settore, poiché va ad alimentare il circuito del mercato illegale e dell’evasione fiscale.

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