Ostia, falsi ordini di servizio per non pagare le multe. Indagati 10 finanzieri

I militari dovranno rispondere di falso in atto pubblico

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Foto di repertorio

Ostia: sono accusati di aver compilato falsi ordini di servizio per giustificare infrazioni al codice della strada compiute mentre non erano a lavoro. A finire nei guai alcuni finanzieri della Guardia di Finanza di Ostia.

Finanzieri indagati a Ostia. Sono accusati di falso in atto pubblico.

Parcheggiavano l’auto in doppia fila o in sosta vietata per andare dal tabaccaio o al ristorante e poi, se ricevevano una multa, compilavano falsi ordini di servizio per giustificare l’infrazione e non pagarla.

A finire nei guai dieci finanzieri della Guardia di Finanza di Ostia. I militari sono ora indagati e dovranno rispondere dell’accusa di falso in atto pubblico. I fatti risalgono a prima del 2018, motivo per il quale il reato potrebbe andare prescritto.

«Premesso che il procedimento penale che vede coinvolti i finanzieri della Guardia di Finanza, presumibilmente di Ostia, è ancora in fase di indagini e quindi è coperto da segreto istruttorio e trattasi di una fase embrionale del procedimento penale – commenta l’avvocato Pablo De Luca, difensore di fiducia di due dei finanzieri di Ostia indagati – non possiamo far altro che rimetterci all’attività del Pubblico Ministero che ancora deve essere conclusa.»

«La semplice nomina di fiducia e l’elezione di domicilio non consente alla difesa di vedere e prendere contezza del capo di imputazione specifico. Sicuramente i miei assistiti si ritengono innocenti. È prematuro parlare di colpevolezza ma attenderei il lavoro svolto dai magistrati. Il reato per cui è stata fatta l’elezione di domicilio è falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico, sono falsità eventualmente commesse dai finanzieri che potrebbero aver usufruito di atti falsi. I fatti risalgono a prima del 2018 e pertanto le trasgressioni finiranno per essere dichiarate nella peggiore delle ipotesi prescritte.»

A far scattare le indagini sarebbe  stato il numero di ordini di servizio superiore alla media presentato dagli indagati ma non sarebbe solo questa la ‘stranezza’ che ha allertato gli inquirenti. L’altra anomalia riscontrata è l’orario in cui i finanzieri sostenevano di svolgere l’attività lavorativa. In molti casi infatti le multe sono state emesse tra mezzanotte e le sette del mattino. Alcuni dei militari sono stati fermati al momento della contestazione della contravvenzione e pur dando le proprie generalità, hanno replicato, a chi stava redigendo il verbale, di star svolgendo il proprio lavoro.

 

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