Il parere – Tiberis, la rabberciata spiaggia in riva al fiume: Roma non sa neanche copiare Parigi

La riapertura di Tiberis per la quarta stagione consecutiva impone il raffronto con le iniziative “balneari” sulle rive della Senna. Il parere di Roberto Riccardi

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Tiberis ha riaperto. Alla chetichella, senza promozioni come succede per fatti dei quali ci si vergogna un po’, l’amministrazione ha avviato le attività minimaliste sulla spiaggia in riva al fiume (leggi qui).

La riapertura di Tiberis per la quarta stagione consecutiva impone il raffronto con le iniziative “balneari” sulle rive della Senna

La vicenda ripropone un parallelismo inevitabile con un’altra grande capitale europea, Parigi, che ha ”inventato” per prima la balneazione in riva al suo fiume. La differenza sostanziale, come annotato anche in quest’articolo, è che Roma è una città di mare, che le spiagge sono a mezz’ora di macchina di distanza, che tradizionalmente anche i meno abbienti possono permettersi una giornata di bagni salati con appena tre euro di spesa, quelli necessari per salire sul pur sgangherato trenino Roma-Lido.

Abbiamo chiesto a Roberto Riccardi, giornalista pungente e attento osservatore, nonché segretario romano dell’UdC, di commentare per noi il ritorno di Tiberis. Ecco il suo articolo.

Il mesto e fantozziano arenile Tiberis (leggi qui) ha riaperto alla chetichella, per la prima volta in 4 anni senza strombazzamenti e pinzillacchere.

Realizzato su un fazzoletto di terra che in origine ospitava rifiuti di ogni genere, situato ai piedi di Ponte Marconi e con vista sul campo nomadi, è stato definito in molti modi.

Virginia Raggi lo chiamò pomposamente la “spiaggia di Roma”, altri (molti altri) lo hanno apostrofato la “spiaggia dei poveracci”, lasciando all’ascoltatore il dubbio se i poveracci fossero gli utenti o gli ideatori. La verità però sta nel mezzo: è una trovata “pentecatta”, che la dice lunga sulla percezione del bello e sulle capacità progettuali degli occupanti del Campidoglio.

Dopo tante edizioni non è stato ancora possibile svelare la misteriosa motivazione che ha spinto un’amministrazione priva di idee a realizzare una spiaggia senza mare, copiando malamente e goffamente Parigi. Dato che, a differenza della Ville Lumière, Roma a mezz’ora di macchina ha a disposizione chilometri e chilometri di stupende spiagge comunali, sulle quali il Campidoglio colpevolmente ha investito solo briciole, perdendo persino le opportunità offerte da contributi regionali (leggi qui).

Paragonare il Tiberis con il “Paris Plages” è devastante e fa scendere copiose lacrime agli occhi. La prima differenza è sostanziale e sta nella localizzazione. La Raggi ha optato per un’area periferica e miserabile, piena di rifiuti, sversamenti, accampamenti, invece Parigi ha portato la magia delle spiagge in pieno centro sulle rive della Senna.

Mentre alla quasi totalità dei romani non “frega niente” del Tiberis, il “Paris Plages” è un evento attesissimo che ogni anno permette a tutti di godere dei divertimenti tipici delle località balneari.

Il Tiberis è un piccolo rettangolo sottratto alla zozzeria dove sdraiarsi per prendere il sole o, al massimo, fare una partita di pallavolo (leggi qui). All’opposto ai parigini non viene offerta una semplice spiaggia, ma “Un été particulier”.

Un’estate speciale ricca di eventi gratuiti quotidiani dedicati al tempo libero, allo sport e al relax, suddivisi su tre location: sulle rive della Senna, al Bassin de la Villette e, novità 2021, su un terzo e nuovo sito: i Jardins du Trocadero.

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Le spiagge di Parigi in riva alla Senna

Il programma è vastissimo (lo puoi trovare qui), si spazia dalle prove di arrampicata su parete galleggiante alle danze hip-hop, dalle consultazioni poetiche ai dj set, dagli spettacoli alle mostre fotografiche, dalla realizzazione di affreschi e graffiti alle attività divertenti e interattive su nutrizione, salute ambientale e sessualità, dai tornei di calcio balilla al salto sui trampolini elastici ottagonali. Abbondano le aree gioco assistite per i bambini, ovunque sono previsti distributori gratuiti di acqua e spazi per rinfrescarsi con acqua nebulizzata.

Tutte queste cose a Roma purtroppo non le abbiamo, dobbiamo accontentarci ben sapendo che, anche stavolta di sicuro, “la colpa è di quelli di prima”.

Un’ultima annotazione. Il Tiberis con la sua finta spiaggia richiama alla memoria per assonanza il gustoso fatto di cronaca della falsa borsa, che ha visto protagonisti la Raggi ed il marito.

Nel commentare la manifestazione “Roma dice basta” – durante la quale migliaia di cittadini avevano protestato contro il degrado in cui versa la capitale – la Raggi aveva scritto: «anche stavolta li abbiamo scoperti. Quelli del PD erano riconoscibilissimi: signore con borse firmate da mille euro indossate come fossero magliette di Che Guevara». Un populismo da tanto al chilo che le si era subito ritorto contro, quando era stata pizzicata e fotografata da un quotidiano mentre sfoggiava una Kelly 32 di Hermès, dal costo di alcune migliaia di euro.

In sua difesa era intervenuto il marito che, dopo aver messo in atto un “blitz” nell’armadio della moglie, aveva scovato la borsa incriminata e “scoperto” che non era una Kelly, ma un modello che ne poteva ricordare le forme firmato da tal Maurizio Righini, dal costo presunto di cento euro.

Ora tra finta spiaggia e finta borsa, traggano i lettori le conclusioni.

Roberto Riccardi

(Segretario romano UdC)

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