Roma: violenza sessuale a scuola. Il responsabile incastrato da un’impronta

Incastrato da un'impronta digitale il nigeriano responsabile della rapina e dello stupro di una dipendente della scuola Santa Chiara al Torrino

Eur Torrino: è stato arrestato il responsabile della rapina e della violenza sessuale avvenuta nel mese di maggio 2021, ai danni di una dipendente della scuola ” Santa Chiara” di via Caterina Troiani, al Torrino.

Incastrato da un’impronta digitale il nigeriano responsabile della rapina e dello stupro di una dipendente dell’istituto Santa Chiara al Torrino

All’uomo, un ventisettenne di origini nigeriane (G.E.). gravemente indiziato di aver rapinato e poi abusato sessualmente una donna, l’11 maggio scorso, all’interno dell’Istituto, stava dando la caccia la Squadra Mobile di Roma, che era riuscita a risalire al suo aspetto attraverso alcune immagini catturate dal sistema di videosorveglianza perimetrale, come avevamo raccontato in questo articolo (Leggi qui).

La donna vittima di quella terribile vicenda, fu sorpresa in pieno giorno dal suo aggressore mentre svolgeva le ordinarie mansioni lavorative. L’uomo si era introdotto furtivamente all’interno della mensa della scuola, le aveva puntato un coltello alla gola minacciando di ucciderla e, dopo averla rapinata dei pochi contanti che aveva nel portafogli, l’aveva costretta a subire un violento rapporto sessuale.

Anche se inizialmente sembrava che l’uomo si fosse dileguato senza lasciare tracce, una complessa attività di indagine, svolta dagli investigatori della Polizia di Stato specializzati in reati di violenza di genere e diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma, ne ha consentito l’individuazione.

Il sopralluogo della Squadra Monile con la Polizia Scientifica, era partita dalla scena del crimine ed estesa all’area boschiva circostante, indirizzando l’attenzione degli inquirenti su un cittadino straniero che vive e lavora in quartieri di Roma distanti da quello dell’aggressione.

Ma il soggetto è stato incastrato da un’impronta lasciata su una bottiglia di liquore abbandonata in un capanno nelle vicinanze dell’Istituto religioso, sequestrata dalla Squadra Mobile. Sulla bottiglia è stata isolata un’impronta che, comparata nella banca dati, è risultata appartenere al cittadino nigeriano, foto segnalato al momento del suo ingresso in Italia.

I successivi accertamenti sulle tracce biologiche rinvenute sui reperti sequestrati nell’immediatezza dell’efferato crimine, compiuti dal Servizio di Polizia Scientifica, hanno ricondotto al profilo genetico di un individuo maschile, che è perfettamente concordante con quello di G.E.

Nelle prime ore di questa mattina, gli investigatori della IV Sezione della Squadra Mobile di Roma e del Commissariato di P.S. Spinaceto hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare di Roma in carcere, applicata dal G.I.P. del Tribunale di Roma su richiesta della Procura della Repubblica.

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Violenza sessuale a scuola: nella videosorveglianza l’identità del bruto