Esterino Montino: “La fallimentare politica dei rifiuti di Virginia Raggi”

Il sindaco Pd di Fiumicino interviene sul rimpallo di responsabilità tra Campidoglio e Regione Lazio nella gestione dei rifiuti e attacca Virginia Raggi

rifiuti termini

Da settimane i botta e risposta riguardo alla gestione dei rifiuti di Roma si inseguono tra Campidoglio e Regione Lazio con reciproci scambi d’accuse. La Regione Lazio contesta al Comune di Roma la mancata individuazione di una struttura dove trattare l’indifferenziata, il Campidoglio ribatte che questo compito spetterebbe all’ente regionale.

Il sindaco Pd di Fiumicino interviene sul rimpallo di responsabilità tra Campidoglio e Regione Lazio nella gestione dei rifiuti e attacca Virginia Raggi

Con una nota pubblicata sul suo profilo social, interviene sulla questione Esterino Montino, non solo sindaco di Fiumicino ma anche  Presidente della Consulta dei sindaci e degli amministratori del Partito democratico della Città metropolitana di Roma. Il suo è un intervento non già di tutela della Regione Lazio quanto invece di chiarimento rispetto a numeri e impegni politico-programmatici fin qui disattesi dal governo a Cinque stelle che dal 2016 amministra Roma.

La Raggi e l’attuale Amministrazione comunale di Roma proseguono con la polemica nei confronti della Regione e di tutti gli altri Comuni della Città metropolitana perché non aiutano o non si fanno carico dei rifiuti della Capitale che, secondo loro, potrebbero essere risolti con la semplice individuazione di una discarica in modo da sostituire definitivamente quella che fu Malagrotta.

Nel frattempo Roma è invasa dai rifiuti, spettacoli vergognosi si verificano in tutti i quartieri, sia quelli più periferici che quelli intermedi e persino nel centro storico: sporcizia, animali vari che scorrazzano creando una vera e propria emergenza igienica e sanitaria in quasi tutti i quadranti della Città. Sembra evidente che dopo 5 anni di Governo la responsabilità non sia di chi governa ma sempre degli altri e delle altre istituzioni.

La Raggi, quando è stata eletta nel 2016, nel proprio programma di Governo aveva fissato – non altri, ma lei direttamente – il raggiungimento del 55% di raccolta differenziata entro il 2018 e del 65% entro il 2019, criticando aspramente chi aveva governato prima di lei, in particolare il sindaco Marino, perché avevano raggiunto solo un misero 43%. Oltre ad aver fissato una diminuzione di 170 mila tonnellate di rifiuti nel 2020-21, invece aumentati di 50 mila tonnellate. Oggi, dopo 5 anni e un grandissimo lavoro della Raggi, la differenziata è aumentata di soli due punti percentuale, raggiungendo il 45%. La Capitale d’Italia continua a essere dunque contro tutte le norme europee, regionali, nazionali e contro gli stessi obiettivi della sindaca.

Roma ha una produzione di rifiuti giornaliera pari a 4700 tonnellate di media: circa 2600 di questi rifiuti sono indifferenziati, di cui 1600 sono trattati negli impianti romani, 1000 tonnellate di rifiuti al giorno vengono sparsi per l’Italia. Continuare a discutere di discarica sia a Roma che nell’area della Città metropolitana equivarrebbe a riproporre in modo drammatico il bis di Malagrotta, chiusa definitivamente non certo dalla Raggi ma da Marino, sindaco di una coalizione di centrosinistra.

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Cassonetti stracolmi di immondizia

Oltre al tragico fallimento dell’obiettivo della differenziata, che doveva passare attraverso lo slogan tanto caro alla Raggi di “rifiuti zero”, in questi anni si sono depauperati gli impianti esistenti, rendendoli o completamente inutilizzabili oppure ai limiti della norma igienica e ambientale. Tant’è che alcuni sono chiusi, altri sono a regime ridotto proprio per ingiunzioni da parte della magistratura.

Cosa ancor più grave, a parte la discarica, tema sicuramente complesso e difficile, è che in questi anni non c’è stato un impianto di nessun tipo: per il trattamento dell’umido o per la selezione e la valorizzazione del differenziato che poteva e continua a essere una fonte di guadagno da parte dell’Amministrazione (plastica, metalli, cartone, vetro). Impianti, questi, che potevano essere realizzati in qualsiasi quadrante della città di Roma, senza grandi problemi o difficoltà.

Purtroppo si continua a preferire spendere con questo sistema oltre 200 milioni di euro l’anno per lo smaltimento dei rifiuti romani, di cui oltre 40 milioni per il solo trasporto lontano dalla Capitale, nel nord o sud Italia o addirittura all’estero. Queste risorse potevano e possono essere destinate per un vero piano integrato di strutture e impianti idonei per facilitare e valorizzare i rifiuti in quanto risorsa.

 

Esterino Montino

Presidente Consulta sindaci e amministratori del PD Città metropolitana di Roma

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