Trafugato il cinghiale di Trevignano: scontro tra animalisti

Nel mirino delle critiche finisce anche l'ENPA ritenuto responsabile per il mancato controllo.

cinghiale trevignano

E’ giallo sulla scomparsa del cinghiale che da tre mesi viveva in un fosso di Trevignano Romano, dove si ipotizza fosse accidentalmente caduto. Dopo gli appelli dell’associazione Ambientalisti Italiani per salvare l’esemplare, di cui nel frattempo si era preso cura un volontario, la notizia inaspettata: il piccolo cinghiale non c’è più.

Trevignano: scomparso il cinghiale che viveva da tre mesi in un fosso

L’associazione Animalisti Italiani era stata chiara: “Nonostante ripetute segnalazioni al Comune, all’Ente parco regionale di Bracciano Martignano e ai Carabinieri forestali nessuno è intervenuto”. Con queste parole avevano denunciato la situazione di criticità in cui viveva il cinghiale probabilmente ferito o con un problema a un occhio.

Il volontario che ci ha segnalato l’accaduto, ha cercato di prendersene cura portandogli qualcosa da mangiare e ha tentato di rimetterlo in libertà attraverso la predisposizione di uno scivolo, ma l’animale non riesce a salire”. – Questa era la situazione fino a qualche giorno fa. Poi la scomparsa e il mistero su dove sia stato portato l’animale, visto che l’azione di “salvataggio” non sembra ancora essere stata rivendicata.

Da un giorno all’altro, infatti, il mammifero selvatico è scomparso dal fosso. Secondo le prime testimonianze sembra che durante la notte, in maniera “clandestina”, qualcuno l’abbia prelevato, portandolo chissà dove. C’è chi parla di un terreno sulla Flaminia e chi sostiene si tratti di un’azione di bracconaggio.

Secondo un’altra “pista” non confermata, la Polizia Locale di Trevignano avrebbe riferito ad alcuni cittadini che sarebbe stata la Leidaa (Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente) a prelevare il cinghiale, ma l’operazione non è stata rivendicata e pertanto attualmente si tratta soltanto di una “voce di corridoio”.

Intanto è scontro tra gli ambientalisti che lamentano problemi di disorganizzazione e condannano le iniziative delle singole associazioni, colpevoli di non comunicare e concordare le azioni di salvataggio.

La fauna selvatica non deve essere foraggiata“. – ricordano gli ambientalisti. Nel mirino delle critiche finisce anche l’ENPA (Ente Nazionale Protezione Animali) ritenuto responsabile di questi episodi per il mancato controllo del territorio. “Come è possibile che tutto questo avvenga con il benestare delle istituzioni. Non è una pratica accettabile e va fermata immediatamente. – dichiarano.

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