Parliamo sempre di sana alimentazione e di cibi naturali per il benessere fisico. Ma al nutrimento e al benessere del nostro cervello, chi ci pensa? La risposta è, un buon libro.
Tutti i vantaggi della lettura: leggere mantiene “giovani” gli anziani ed è un toccasana contro solitudine e depressione
Ne abbiamo sempre qualcuno a portata di mano, dal volume di narrativa, al giallo appassionante, dalla saggistica al fumetto alla graphic novels d’autore, spesso anche accumulati sul comodino come fossero dei “medicinali” indispensabili, e a ben guardare un po’ lo sono.
I libri, possono effettivamente essere anche dei “rimedi” per molte cose: insonnia, stress, malinconia, solitudine, e talvolta, svolgono quasi la funzione di blandi “antidolorifici”, consentendoci di spostare l’attenzione dalla condizione del dolore, alla trama di una storia che si sviluppa, e che ci chiede un maggiore impegno per seguirla. Se tutto questo è vero per le persone di qualsiasi età, lo è a maggior ragione per gli anziani. Vediamo perché.
Immergersi nelle pagine di un nuovo libro è per tutti un’esperienza che va al di là della lettura, che può anche trasportarci con l’immaginazione in una varietà di nuovi posti. E questo è già un primo notevole aspetto da considerare, per chi si trova in una condizione di scarsa mobilità legata spesso all’età e i disturbi collegati. Ma non è il solo vantaggio.
Ancor prima dell’immaginazione, leggere fa bene all’allenamento della memoria e a mantenere la mente vigile.
Invecchiando, la nostra memoria potrebbe non essere più quella di una volta. Tuttavia, alcuni studi sull’attività cognitiva hanno dimostrato che, impegnarsi nella lettura può ridurre notevolmente i sintomi del declino della memoria, aiutandoci a conservare la memoria a breve termine più a lungo. Sebbene le app sugli smartphone possano aiutare a esercitare la nostra agilità mentale, nulla come la lettura di un buon libro, può essere un’alternativa così valida e stimolante.
Secondo uno studio di Louis Cozolino, professore di psicologia alla Pepperdine University, “invecchiando, ciò che si perde nel richiamo rapido e nella memoria a breve termine è bilanciato dalla capacità di riflettere e di mantenere prospettive multiple”.
Man mano che, leggendo, le persone anziane familiarizzano con i personaggi delle storie, entrando in empatia con la loro situazione, consentono anche alle relazioni nella loro vita personale di diventare più forti, una cosa essenziale per coltivare la felicità.
Il trascorrere più tempo a casa poi, che per le persone anziane è talvolta inevitabile, porta a disagi complicati da risolvere: il senso di solitudine, legato alla difficoltà a socializzare e un conseguente scoraggiamento, che può diventare autentico stress. La lettura anche in questo può rivelarsi una grande soluzione. L’azione incredibile e gentile che svolge, è quella di mettere a suo agio la persona, che durante la lettura si distende e “scivola” in un altro mondo.
Per qualcuno a cui sia invece possibile muoversi e frequentare ad esempio dei club del libro, è garantito anche l’effetto che scaturisce dall’interazione sociale che può consentire di stabilire nuove relazioni, aiutando a ridurre i sintomi dell’Alzheimer.
Nuove relazioni e nuove forme di scambio, come le conversazioni sulle letture appena svolte, possono poi essere anche semplicemente dei validi motivi per uscire e recarsi in ambienti sicuri per fare delle nuove amicizie, tra le pagine dei libri ma anche fuori.
È anche un’ottima conversazione, chiacchierare dei libri che hai letto.
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