Con i locali chiusi, molti giovani di Ostia si riversano in spiaggia per organizzare cene e feste.
Due flute abbandonati sulla spiaggia del canale dei Pescatori di Ostia. L’istantanea immortalata questa mattina da un cittadino sintetizza alla perfezione il periodo che stiamo vivendo.
E’ trascorso un anno di restrizioni a causa della pandemia: bar, ristoranti, discoteche e pub chiusi; assembramenti vietati. La paura di contagiare, di contagiarsi e di stare male.
Ma l’uomo, si sa, è un’animale sociale. Imporgli di non aver contatti con i propri simili è come chiedergli di andare contro natura. Ed è per questo motivo che, soprattutto i giovani, fanno fatica ad accettare passivamente la realtà. Quindi cercano nuove vie, altri spazi alternativi per vivere e riempire le proprie giornate.
Locali chiusi? Le feste si trasferiscono in spiaggia
E’ così che con le attività chiuse alle 18, i veri “ristoranti” e “pub” diventano le spiagge di Ostia. Le feste, le cene romantiche a lume di candela si trasferiscono sulla sabbia, come già abbiamo avuto modo di documentare in un articolo del primo marzo (leggi qui).
In quell’occasione, alcuni ragazzi hanno festeggiato un 18esimo compleanno sulla spiaggia libera ex-Amanusa e hanno lasciato abbandonati sacchi di rifiuti, bicchieri, piatti, posate di plastica e addirittura una torta praticamente intera.
Una torta dieci giorni fa, due flute questa mattina. Due immagini, una metafora che indica come l’Italia, ad un anno dall’inizio della pandemia, sia già oltre la frutta. E’ arrivata al dessert accompagnato, magari, da uno spumante “per dimenticare”.
Con l’arrivo della terza ondata, l’augurio è che si trovino nuove soluzioni per affrontare la pandemia. Altrimenti il solo “vietare” sembra essere un’arma troppo debole contro il virus.
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