AstraZeneca taglia le dosi, si valuta il vaccino russo Sputnik

Gli esperti italiani valutano di ricorrere al vaccino russo Sputnik, basato sugli stessi ingredienti di quello prodotto da AstraZeneca

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Anche la casa farmaceutica britannica AstraZeneca, proprio come il colosso Usa Pfizer, ha deciso unilateralmente di tagliare il 60 per cento delle dosi pattuite per l’Europa e per l’Italia.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato l’avvio di una causa legale nei confronti di entrambe le aziende.

Ma il taglio impedirà all’Italia di proseguire con il piano vaccinale approvato, e ciò significa – avverte l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato – che entro giugno si potranno vaccinare soltanto 12 milioni di italiani. Circa un sesto della popolazione italiana, dunque, con tempi che si allungano tragicamente fino a tutto il 2022.

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A meno che, concordano molti esperti, l’Italia non decida di ricorrere, vista l’emergenza, al vaccino russo Sputnik. Il farmaco è quasi identico, dal punto di vista degli ingredienti e della formulazione, a quello sviluppato da AstraZeneca nei laboratori della Irbm di Pomezia.

E allora, ragionano virologi e rappresentanti delle istituzioni, perché non ricorrervi, salvando decine di migliaia di vite umane?

“Bisogna accelerare sul vaccino italiano Reithera in sperimentazione allo Spallanzani, ma anche guardare ad altri prodotti già sul mercato“, ha sottolineato ieri sera, 23 gennaio, l’assessore D’Amato, nel corso della riunione di emergenza con i ministri Roberto Speranza e Francesco Boccia e i presidenti delle Regioni.

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Sì al vaccino russo per accelerare la campagna di vaccinazione, è il parere di Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali) e primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma.

Per superare l’impasse, frutto dei ritardi nella consegna delle dosi da parte di Pfizer e AstraZeneca, “è possibile ricorrere al vaccino russo Sputnik V”, afferma Andreoni. “Previa autorizzazione dell’Agenzia Europea del Farmaco (Ema), si può utilizzare anche il vaccino russo. Perché, come quello cinese, è stato abbondantemente testato e provato. Ora la nostra priorità è vaccinare velocemente e possiamo farlo solo con centinaia di migliaia di dosi. Occorre accelerare e farlo anche con altri vaccini”, sottolinea il primario.

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Il virologo Fabrizio Pregliasco

Dello stesso parere anche il virologo Fabrizio Pregliasco, docente dell’università Statale di Milano. “Ci vuole il passaggio all’Ema e la trasparenza dei dati, ma non vedo preclusioni al suo utilizzo in Italia”. Quello russo “è un vaccino della stessa tipologia di quello sviluppato da AstraZeneca”, afferma Pregliasco.

“Acquistiamo il vaccino russo Sputnik 5, e sollecitiamo Ema perché lo valuti rapidamente, per avere così una più ampia disponibilità di dosi per vaccinare gli italiani entro l’estate”, avrebbero affermato l’assessore D’Amato e diversi governatori nella riunione di ieri sera, come riporta Il Messaggero.

Nel frattempo sono in corso contatti preliminari fra il gruppo che sviluppa il vaccino russo Sputnik V e l’Agenzia Europea del farmaco (EMA) per l’avvio dell’analisi scientifica dei dati. È quanto si apprende da fonti EMA, che precisano che i contatti riguardano al momento solo la fase iniziale di confronto di pareri scientifici. A quanto si apprende, inoltre, la prima attività di revisione vera e propria (la rolling review) potrebbe iniziare a febbraio e proseguire per diverse settimane.

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