Dopo mesi di isolamento le Residenze Sanitarie per Anziani riaprono i portoni a parenti e visitatori. Le visite di familiari e amici erano state sospese per evitare il propagarsi del contagio da covid-19 tra la popolazione più fragile, quella che risiede nelle RSA. Quanto accaduto a inizio pandemia, tra marzo e aprile, ha spinto infatti il ministero della Salute a isolare gli ospiti delle strutture, per evitare il ripetersi della strage.
Ora però è arrivato il momento di voltare pagina. La circolare firmata il 30 novembre dal ministro della Salute Roberto Speranza cambia le regole: sì alle visite di parenti e amici, possibilmente attrezzando le residenze di laboratori dove i visitatori possano effettuare tamponi rapidi in loco (leggi qui il testo originale della circolare).
La decisione di riaprire le RSA e togliere gli anziani dall’isolamento forzato è stata presa in relazione alle conclusioni del rapporto firmato dalla “Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria della popolazione anziana”, voluta dal ministero della Salute.
Secondo il rapporto, infatti, solitudine e isolamento sono elementi di rischio per la salute gravi tanto quanto quelli rappresentati dal covid-19.
“Poiché l’isolamento sociale e la solitudine rappresentano motivo di sofferenza e importanti fattori di rischio nella popolazione anziana per la sopravvivenza”, spiega il testo della nuova Circolare del ministero, le Residenze Sanitarie “debbono assicurare le visite dei parenti e dei volontari, per evitare le conseguenze di un troppo severo isolamento sulla salute degli ospiti”.
“Le visite – prosegue il testo della circolare – devono essere effettuate in sicurezza tramite adeguati dispositivi di protezione e adeguate condizioni ambientali”.
Oltre agli incontri con familiari e amici riprendono anche le sedute di fisioterapia e le visite mediche sospese. “Deve essere favorita la ripresa – nel rispetto delle previste misure di contenimento del rischio – delle attività sanitarie e sociosanitarie eventualmente sospese quali, ad esempio, fisioterapia, logopedia e terapia occupazionale”, sottolinea la circolare.
“Deve essere facilitato l’apporto degli assistenti sociali, assistenti personali e del volontariato, in considerazione del contributo da essi fornito agli ospiti in termini di mantenimento delle abilità fisiche e socio-relazionali”, si legge nel testo del documento.
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