Boccata di ossigeno per le famiglie degli studenti costretti alla didattica a distanza. Basta pagare per seguire da casa le lezioni scolastiche via web: i ragazzi d’ora in avanti non consumeranno più i giga previsti dall’abbonamento per lo smartphone.
La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, in accordo con il governo, ha invitato le principali compagnie telefoniche italiane a non far consumare i giga dei piani tariffari durante l’accesso dei ragazzi alle piattaforme scolastiche. Tim, Vodafone e Wind hanno aderito, e permetteranno agli studenti di seguire la didattica a distanza gratuitamente.
“Quando si affronta un’emergenza come quella che stiamo vivendo serve il sostegno di tutti”, sottolinea la ministra dell’Istruzione. “Da marzo a oggi lo Stato ha già investito oltre 400 milioni per il digitale a scuola. Iniziative come questa rafforzano l’impegno per supportare studentesse e studenti. Ringrazio chi ha aderito al progetto”, commenta Azzolina.
Per la ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti “l’impatto economico della didattica a distanza sulle famiglie, già pesantemente provate dalle conseguenze della pandemia, è un nodo a cui le istituzioni devono una risposta fatta di soluzioni concrete”.
“La sinergia raggiunta oggi con le società di telecomunicazioni è un passo che guarda alle situazioni familiari di maggiore disagio, esposte al rischio di esclusione sociale e di povertà educativa”, prosegue Bonetti. “La priorità resta quella di garantire pari opportunità di accesso ad un diritto primario, l’istruzione, a tutte le studentesse e gli studenti del nostro Paese ed evitare con ogni sforzo gap educativi difficilmente colmabili per i nostri ragazzi”.
La Ministra per l’Innovazione tecnologica Paola Pisano ringrazia le società di telecomunicazioni “per aver risposto prontamente e positivamente all’invito rivolto loro dal Governo”.
“Siamo chiamati ad affrontare sfide complesse sul modo migliore per formare i nostri giovani con la didattica a distanza”, sottolinea Pisano. “Il modo più efficace per farlo, e anche quello più etico, è creare progetti di solidarietà in cui pubblico e privato mettono insieme le loro energie per l’interesse della collettività”, conclude la ministra.
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