Ospedale San Camillo, i medici anestesisti: “Contro di noi fake news ignobili”

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I medici anestesisti dell‘ospedale San Camillo di Roma sono sulla prima linea del fronte, al Pronto Soccorso. Decine gli interventi salva-vita effettuati a ogni turno, in condizioni di forte pressione per l’aumento esponenziale dei ricoveri per covid-19. Eppure, nonostante siano un’eccellenza nel panorama dei pronto soccorso romani, i rianimatori sono costretti a difendersi dalle fake news e dalle accuse lanciate sui social.

“Ogni giorno decine di interventi salva-vita, ma dobbiamo difenderci dalle fake news”: il grido dei rianimatori del San Camillo

“Insinuazioni sull’utilizzo di presidi non sterili, o peggio già utilizzati per altri pazienti diffuse online, che costituiscono un’informazione priva di fondamento e profondamente offensiva verso la professionalità dei medici anestesisti rianimatori coinvolti nella gestione dell’emergenza”, sottolinea un comunicato diffuso poco fa dagli specialisti del Pronto Soccorso del San Camillo.

San Camillo
Gli anestesisti del San Camillo vittime di fake news

“La notizia – spiega Emiliano Cingolani, responsabile shock e trauma dell’ospedale romano – si riferisce a quanto accaduto nel pomeriggio del 5 novembre scorso, quando nel nostro Pronto Soccorso sono state trasportate due giovani pazienti in gravissime condizioni a rischio di vita, con necessità di assistenza rianimatoria immediata”.

“Entrambe – prosegue Cingolani nel comunicato – hanno avuto bisogno di gestione avanzata delle vie aeree in rapida successione, manovra che ha richiesto l’intervento di tre rianimatori. La gestione immediata di queste due emergenze ha permesso la soluzione positiva del problema acuto ed entrambe le pazienti sono ora ricoverate in reparti dell’azienda in condizioni stabili”.

L’accusa contro il nostro lavoro è doppiamente denigratoria”, afferma ancora Cingolani. “Si fonda su una base accusatoria falsa, e fa riferimento a un episodio assistenziale di elevata difficoltà sia per la complessità di gestione sia per la contemporaneità, coronato da pieno successo in un tempo rapidissimo”.

Accuse lanciate in un momento di pressione fortissima sul pronto soccorso, dove arrivano i pazienti covid e quelli provenienti dalle Reti tempo dipendenti regionali.

“La riorganizzazione delle reti di emergenza messa in campo dalla Regione Lazio per la pandemia Covid ha allargato il bacino di competenza dell’azienda San Camillo, determinando un afflusso in pronto soccorso di circa settantacinque pazienti gravissimi ogni mese, tutti assistiti per la prima fase assistenziale dagli anestesisti rianimatori”, sottolinea il comunicato.

“Ecco perché ritengo che accuse strumentali debbano invece lasciare spazio al riconoscimento dell’impegno quotidiano che ogni giorno i medici anestesisti rianimatori rivolgono verso i pazienti in un momento di pressione per il sistema sanitario e per l’intero Paese”, conclude Cingolani.

La solidarietà dell’assessore D’Amato

La solidarietà ai medici del San Camillo in prima linea nella lotta al covid è arrivata oggi anche da parte dell’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato.

“L’azienda San Camillo è orgoglio del servizio sanitario regionale”, afferma D’Amato in una nota. “Rivolgo un ringraziamento a tutti i professionisti che stanno combattendo in prima linea il COVID, che purtroppo, come se non bastasse, sono costretti a combattere anche contro le fake news”, sottolinea l’assessore.

 

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