A Ostia il verde pubblico è al collasso. Secondo la consigliera del Decimo Municipio Monica Picca: «non serve agire solo in vista della campagna elettorale». Le condizioni del Lungomare, in tal senso, sono abbastanza emblematiche.
Ostia: il verde pubblico è al collasso. La Lega attacca l’amministrazione
La Lega attacca il Decimo Municipio sulla gestione del verde.
«Nel nostro territorio e in tutta Roma – dichiara il capogruppo locale Monica Picca – le prime piogge e le raffiche di vento hanno avuto come risultato la caduta di alberi e rami. la situazione si fa sempre più pericolosa: ero presente al crollo dei pini nella pineta dell’acqua rossa di ostia ed ho chiamato personalmente i Vigili del Fuoco per far interdire l’area. Eppure, anche questo episodio si è tramutato nell’ennesimo scarico di responsabilità. L’accordo con cui si affida la manutenzione del verde pubblico ai privati, lanciato come risposta a mafia capitale in nome della giustizia, arriva a pochi mesi dalla fine del mandato e non cancella i precedenti anni di negligenza.»
«L’attuale amministrazione – continua Picca – insiste nell’addossare le colpe a ‘quelli di prima’, ma continua a prendere esempio proprio dalla vecchia politica. non serve, in vista della campagna elettorale, fare piccoli interventi sulle strade o pulire i parchi per gettare fumo negli occhi dei cittadini. Su queste problematiche che affliggono il nostro territorio, il ‘ci stiamo lavorando’ la fa da padrone da tanti anni.»
Intanto, il Lungomare di Ostia Ponente, vanto del consigliere capitolino Paolo Ferrara, è diventato un vivaio di piante morte. I pitosfori con cui si intendeva realizzare una folta siepe, sono tutti scomparsi perché piantati in pieno inverno: nelle aiuole, dunque, sono ricresciute le sterpaglie.
L’impianto di irrigazione interrato di ultima generazione, che doveva essere gestito dal servizio giardini attraverso un’applicazione, evidentemente non ha mai funzionato a dovere, mentre alcune palme sono già in sofferenza. Eppure, il consigliere Ferrara aveva garantito un’assicurazione sulle piante: la ditta avrebbe cioè dovuto sostituirle senza costi aggiuntivi, perché “a Roma – diceva soddisfatto – facciamo le cose per bene, a differenza di prima”.
Leggi anche: Ostia, progetto fermo: dirottati i fondi del mercato