Un Paese che brucia: il legame tra incendi boschivi e cambiamenti climatici

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L’estate 2020 presenta il conto delle aree boschive danneggiate o perse a causa degli incendi. A partire dal terribile rogo che ha devastato il Parco del Gran Sasso all’inizio di agosto, distruggendo oltre 200 ettari di bosco, fino agli incendi scoppiati nel Lazio, in Campania e in Calabria: le fiamme hanno sempre un’origine dolosa, o in piccola percentuale colposa. Ma esiste un legame preciso tra l’intensificazione e l’aumento della severità degli incendi e i cambiamenti climatici.

Cambiamenti climatici e incendi in Italia: trovato il nesso causa-effetto

Greenpeace ha analizzato il fenomeno, e in collaborazione con la Società Italiana di Selvicoltura ed Ecologia Forestale tre giorni fa ha pubblicato il rapporto “Un Paese che brucia. Cambiamenti climatici e incendi boschivi in Italia” (leggi qui).

“Da un lato – sottolinea il rapporto dell’associazione ambientalista – le foreste trattengono e assorbono carbonio, svolgendo quindi un ruolo determinante nel mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Dall’altro, l’aumento delle temperature medie annuali, l’alterazione delle precipitazioni e il verificarsi di eventi meteorologici estremi (per forza e frequenza) mettono a rischio funzionalità e salute delle foreste”.

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I cambiamenti climatici diminuiscono infatti la capacità dei boschi di fornire servizi ecosistemici, esponendoli così ulteriormente a siccità e incendi sempre più frequenti”, spiega il rapporto. Un circolo vizioso, insomma: “la situazione dei roghi è destinata a peggiorare, con i cambiamenti climatici che causeranno sempre più spesso condizioni meteorologiche estreme che predispongono la vegetazione a bruciare”.

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In Italia lo stiamo già vedendo chiaramente: da quarant’anni il patrimonio forestale del nostro Paese è gravemente minacciato da incendi sempre più frequenti e severi.

“I cambiamenti climatici sono la principale sfida del nostro tempo: eventi meteorologici estremi, come tempeste di vento e siccità facilitano” la diffusione degli incendi dolosi, che diventano “sempre più intensi e difficili da contenere. In futuro dobbiamo aspettarci un ulteriore aggravarsi del rischio incendi in molte zone d’Europa, così come degli altri eventi estremi”, afferma Greenpeace.

“Per scongiurare la catastrofe climatica dobbiamo agire ora, riducendo e poi azzerando le emissioni di gas serra, a livello nazionale e internazionale. Contestualmente, bisogna puntare su prevenzione e controllo degli incendi: non possiamo continuare ad affrontare il fenomeno con un approccio unicamente emergenziale”, conclude il rapporto.

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