All’asta il centro sportivo di via Fertilia, “casa” delle partite del Fregene Calcio, che milita nel campionato di Promozione. L’annuncio è chiaro: “Vendesi complesso polifunzionale costituito su un area di diciottomila metri quadrati. Prezzo base stabilito: 740mila euro, offerta minima 550mila, vendita all’asta il primo aprile”. La struttura è gravata dalla vertenza finanziaria tra l’attuale dirigenza del club e il credito sportivo, che non ha ricevuto le rate del rimborso del prestito fatto nel 2008 per rinnovare campo, tribune e spogliatoi. Il gruppo Federici, ancora proprietario del terreno, garantì l’operazione, ma la spesa spettava alla società che beneficiò del finanziamento. Dopo una lunga trattativa tra le parti, la decisione è arrivata dal Tribunale di Civitavecchia. “Sarebbe gravissimo perdere questo patrimonio collettivo – ha dichiarato la consigliera comunale di Fiumicino Paola Meloni – la polisportiva è una grande realtà, centinaia di ragazzi svolgono lì le loro attività. C’è il rischio che possa essere acquistato da un privato che potrebbe azzerare tutto questo”. L’unica speranza è che il gruppo Federici presenti un’offerta transattiva. A quel punto, l’impianto passerebbe al comune diventando proprietà pubblica e, attraverso un bando, l’amministrazione ne affiderebbe la gestione alla nuova società sportiva.
La storia del Fregene e del suo campo
Nata nel 1948 la S.S. Fregene è stato un piccolo miracolo, nell’immediato dopoguerra si trovarono nel centro balneare una serie di gruppi familiari provenienti da zone molto diverse della Penisola. La diffidenza era la regola, il conflitto aveva messo tutti a dura prova. “Fu in questo clima di lotta per la sopravvivenza che alcuni pionieri lanciarono la proposta di realizzare la società sportiva – ricorda Vittorio Marcelli, altro pioniere – proprio intorno a quella idea si è cementato un gruppo trainante che diventerà negli anni successivi un punto di riferimento per tutti. Attraverso lo sport iniziava a farsi largo tra i residenti un comune sentire, un sentimento di identità collettiva fino ad allora sconosciuto. È da quel momento che Fregene comincia a diventare una vera comunità”. Prima il campo di calcio, poi lo spogliatoio, quindi la tribuna, quindi il bar e a seguire tutto il resto, campo da bocce, tennis, calcetto, ma anche spazi ludici, feste campestri, biciclettate, tornei di scacchi. Un riferimento sicuro per migliaia di ragazzi tolti dalla strada e indirizzati verso discipline sportive. A un certo punto arrivò anche il “Pallone”, una copertura del campo di pattinaggio trasformato in una grande sala dove svolgere feste, incontri e le prime affollate assemblee pubbliche.