Musei e parchi archeologici gratis il 1° maggio: dove andare a due passi da Roma

Gita fuori porta per la Festa dei Lavoratori, con l'apertura gratuita di Musei e luoghi della cultura statali

nella foto Villa Lante (Fonte MIC)

Anche domani 1° maggio, in occasione della Festa dei Lavoratori, ingresso gratuito nei musei statali per la terza domenica dedicata alle visite ad accesso gratuito in tutti i musei, i parchi archeologici e i luoghi della cultura statali.

Gita fuori porta per la Festa dei Lavoratori, con l’apertura gratuita di Musei e luoghi della cultura statali

Per la terza domenica, a seguito dell’adozione del Decreto-legge 24 marzo 2022, n. 24, che ha sancito la cessazione dello stato di emergenza per l’epidemia da COVID-19, torna la possibilità di visitare gratuitamente i luoghi della cultura ad accesso gratuito. Una possibilità che capita per questa domenica, in contemporanea con la Festa del lavoratori, che unisce alla voglia di fare una gita fuori porta l’occasione di conoscere più da vicino tante bellezze della nostra Regione.

Ecco allora a due passi dalla Capitale, qualche idea per visitare monumenti, musei, gallerie, parchi e giardini monumentali nel Lazio, tra quelli elencati e consigliati dal Ministero della Cultura, con le relative schede di dettaglio, da consultare prima di programmare le visite, per la quali non sarà più richiesto il possesso del green pass rafforzato, né di quello base, mentre l’utilizzo di mascherine chirurgiche sarà fortemente raccomandato.

Luoghi da visitare in provincia di Frosinone

L’Abbazia di Casamari a Veroli

Sorse nel 1035 sui resti dell’antica città romana di “Cereate Marianae” per merito di quattro sacerdoti, che formarono sul posto una comunità religiosa sotto la regola di San Benedetto.

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Nel 1151 passò ai cistercensi che la ricostruirono interamente in forme gotiche borgognone e ne fecero un fiorentissimo centro culturale. Nel 1864 fu eretta in congregazione autonoma, che nel 1988 contava 19 case religiose con 220 monaci.

Il complesso ripete lo schema dell’abbazia di Fossanova, a sua volta derivato dal prototipo borgognone di Fontenay. Con Fossanova, Casamari rappresenta un punto di riferimento dell’architettura gotica cistercense in tutta l’Italia centro-meridionale. Scheda.

L’Abbazia di Montecassino a Cassino

E’ un monastero fondato da san benedetto nel 529 sul sito dell’acropoli di un antico insediamento, del quale rimangono tracce delle mura “ciclopiche”, è stato danneggiato più volte nel corso dei secoli e, da ultimo, dal terribile evento bellico del secondo conflitto mondiale.

Il Museo, fondato nel 1980, è ricco di preziose testimonianze della storia del luogo attraverso i secoli: nei quattordici ambienti espositivi sono raccolti reperti archeologici dell’età del bronzo e del ferro, frammenti architettonici del monastero medievale, numerosi arredi interni che decoravano ambienti di rappresentanza, arredi liturgici della basilica, codici miniati e libri dell’archivio e della biblioteca, oggetti donati da nobili e benefattori che vollero contribuire alla ricostruzione dell’Abbazia nel dopoguerra. Scheda.

La maestosa Certosa, immersa nel verde di secolari foreste fu fondata nel 1204 per volontà di Papa Innocenzo III. Dal 1208 fu affidata ai monaci Certosini. Nel 1947 essi furono sostituiti dagli attuali Cistercensi. Al suo interno è possibile visitare la Chiesa con pregevoli opere d’arte e l’antica Farmacia (XVII sec.). La Certosa è Monumento Nazionale e custodisce anche una ricca Biblioteca Statale con 25.000 volumi. Scheda.

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Museo archeologico nazionale “G. Carettoni” e Area archeologica di Casinum a Cassino

L’area archeologica dell’antica Casinum, sita al primo chilometro della Strada Statale per Montecassino, comprende alcuni notevoli monumenti della città romana, in parte ricadenti all’interno delle mura e in parte immediatamente a valle di esse. Si conservano resti del tracciato viario antico, in particolare una strada pavimentata in basoli di calcare, da identificare con il tratto urbano della via Latina, prolungata sino a Casinum in occasione dell’acquisizione della città ai domini di Roma, nonché la porta Campana, così identificata in un’epigrafe relativa a restauri realizzati nel 57 d.C.

Nel museo sono esposti reperti provenienti dalla città e dagli immediati dintorni, di epoca preromana, arricchiti da una scelta di materiali relativi alla civiltà volsca provenienti dall’antica Satricum (località Le Ferriere, Latina) e da recenti ritrovamenti nelle necropoli romane sulla via Pedemontana ad Ovest della città (sala Ottagona). Scheda.

Visite ai musei statali in provincia di Viterbo

Sorge nel IV secolo a.C. sul colle tufaceo di Pianicara, tra i torrenti Vezzarella e Acqua Rossa. Sull’opposto colle di S. Francesco era l’abitato di Acquarossa, la Ferento arcaica improvvisamente distrutta alla fine del VI secolo a.C. Cinta da mura a blocchi, ha un impianto regolare, per strigas; l’asse principale è costituito dal tratto urbano della Via Ferentiensis.

Ebbe uno sviluppo urbanistico imponente in età augustea, con la costruzione del teatro, un anfiteatro, il Foro, l’Augusteo; al II secolo d.C. risalgono la costruzione delle terme e i rifacinmenti edilizi relativi al teatro. Intorno si estendono le necropoli antiche, soprattutto a Pianicara, e sulle attigue alture, dall’età ellenistica all’età imperiale, dove sono state messe in luce numerose tombe a camera a pianta irregolare. Scheda 

Costituito nel 1975, offre un panorama completo della città etrusco-romana di Vulci: raccoglie infatti materiale proveniente da scavi effettuati dall’Ottocento ai primi anni 2000 soprattutto nelle vastissime necropoli, comprendenti circa 30.000 tombe (fra le quali la celeberrima “tomba François”) che coprono un arco temporale che va dall’età del Ferro al III-II sec. a.C. Il museo rispetta l’ordinamento cronologico dei reperti distribuiti su due piani dell’edificio.

Per le produzioni ceramiche, il museo offre un panorama cronologicamente e tipologicamente completo sulle attività produttive e sugli scambi commerciali dell’antico centro etrusco e romano: è privilegiata l’unitarietà dei contesti, esposti nella loro interezza; l’allestimento è volutamente improntato ad una semplicità che consente di apprezzare le sale dell’antica rocca. Scheda

Il Palazzo Farnese a Caprarola

Il Palazzo Farnese (o Villa Farnese) a Caprarola (Viterbo) è considerato uno dei migliori esempi di dimora rinascimentale. Costruito dalla potente famiglia Farnese, il palazzo fu una delle molte dimore signorili costruite dai Farnese nei propri domini. Inizialmente doveva avere caratteristiche difensive come era comune nelle dimore signorili del territorio laziale tra XV e XVI secolo, il cui progetto venne inizialmente affidato ad Antonio da Sangallo il Giovane dal cardinale Alessandro Farnese il Vecchio. I lavori iniziarono nel 1530, ma furono sospesi con l’elezione al soglio pontificio del cardinale (Paolo III).

Il cardinale Alessandro il Giovane, ne riprese l’edificazione affidando il progetto di completamento a Jacopo Barozzo da Vignola, che modificò radicalmente il progetto originale riavviando i lavori nel 1559. Pur mantenendo la pianta pentagonale dell’originaria fortificazione, la fabbrica venne trasformata in una imponente residenza per il cardinale e la sua corte. Scheda.

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Villa Lante a Bagnaia

Villa Lante è, assieme a Bomarzo, uno dei più famosi giardini italiani a sorpresa manieristici del XVI secolo. Pur in mancanza di documentazione contemporanea, la sua ideazione è attribuita a Jacopo Barozzi da Vignola. Per chi vi arriva dopo aver appena visitato Villa Farnese a Caprarola la prima notevole impressione è la differenza tra le due ville del Vignola, pur erette nella stessa area, nello stesso periodo e nello stesso stile architettonico: le somiglianze fra i due monumenti sono poche. Nel 2011 è stata votata “Parco più bello d’Italia”.

La costruzione cominciò nel 1511, ma fu portata a termine intorno al 1566 su commissione del cardinale Gianfrancesco Gambara. La villa è conosciuta come “Villa Lante”. Tuttavia non ha acquisito questo nome se non quando, nel XVII secolo, passò nelle mani di Ippolito Lante Montefeltro della Rovere, Duca di Bomarzo, quando la costruzione aveva già 100 anni di vita. Scheda. 

Parco archeologico di Cerveteri e Tarquinia – Necropoli dei Monterozzi di Tarquinia

Nel settore della necropoli attualmente aperto al pubblico è possibile ammirare alcuni degli ipogei dipinti più celebri, come le tombe delle Leonesse, dei Leopardi, della Caccia e Pesca etc.; la visita della cosiddetta necropoli Scataglini, un suggestivo angolo integralmente scavato, consente inoltre al visitatore di capire come dovesse in origine presentarsi la ”città dei morti”. Scheda.

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L’abbazia di Fossanova è sita in un avvallamento ai piedi dei monti Lepini, tra Priverno e Sonnino. Al visitatore che, diretto a Napoli via Formia sosta alla stazione di Priverno a circa 25 km da Latina, essa appare in lontananza col suo tiburio a lanterna che svetta tra i secolari eucaliptus che ne difendono e custodiscono la pace.

L’Abbazia rappresenta un vero gioiello di architettura cistercense, prototipo di un gusto nuovo, trapiantato dalla Borgogna nell’Italia centro–meridionale Scheda.

Il museo fu appositamente edificato per ospitare i monumentali gruppi scultorei rinvenuti in migliaia di frammenti alla fine degli anni Cinquanta nella celebre Grotta che si apre sul mare, elemento caratterizzante di un vasto complesso residenziale solitamente identificato con il praetorium, cioè palazzo, posseduto dall’imperatore Tiberio.
All’inizio dell’età imperiale l’antro fu infatti trasformato in paesaggio mitologico decorato da uno straordinario allestimento scultoreo di soggetto omerico che venne scenograficamente disposto intorno e all’interno di un bacino circolare ricavato entro la grandiosa abside. La raccolta comprende altri pregevoli reperti, in massima parte scultorei, riferibili all’apparato ornamentale della villa: accanto a opere di intento celebrativo della Gens Iulia. Scheda.

 

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Alcune sedi museali e parchi, sono visitabili solo su prenotazione. Intanto l’elenco completo degli istituti coinvolti è consultabile all’indirizzo su Domenica al Museo.

Le foto sono tratte dalle schede dei luoghi della cultura del MIC

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