I pappagalli tropicali caratterizzano da anni giardini e parchi di molte città. A Roma, sembrerebbe che una prima colonia abbia preso dimora qualche decennio fa nel Parco della Caffarella per poi colonizzare le ville capitoline. Anche sul litorale romano aumentano gli avvistamenti di questi pappagalli. Ne abbiamo parlato con Alessandro Polinori, Vice Presidente LIPU – BirdLife Italia.
Pappagalli tropicali sul litorale romano: parla l’esperto
Alessandro Polinori, Vice Presidente LIPU – BirdLife Italia: “Nel territorio romano abbiamo principalmente due specie di pappagalli, una specie che si chiama parrocchetto monaco che è originaria del Sud America e poi abbiamo il parrocchetto dal collare dall’Africa e dall’Asia.
Sono due animali che chiaramente non erano originari del nostro continente ma che al tempo stesso non sono stati liberati da un singolo cittadino né sono arrivati in maniera naturale, l’origine è sicuramente la liberazione da parte di qualche allevatore che aveva tantissimi esemplari di questi animali e che magari per sfuggire a qualche sequestro, qualche controllo, ha aperto le gabbie.
Poi questi animali hanno trovato un ambiente per loro idoneo, hanno trovato tanto cibo perché poi si nutrono principalmente anche di frutta e quindi in città si trovano anche alberi ornamentali con tutta una serie di frutti, di gemme, quindi in realtà hanno proliferato in gran numero.
Si sta studiando il fenomeno, soprattutto per quanto concerne il parrocchetto dal collare che nidifica nelle cavità degli alberi, potrebbe creare dei problemi ad altri uccelli come per esempio i picchi che utilizzano proprio le cavità per fare il proprio nido. Stiamo osservando anche però degli episodi di predazione da parte dei falchi pellegrini. L’auspicio è che in maniera naturale si riesca a creare una forma di equilibrio.
Gli agricoltori delle campagne intorno alla Capitale hanno tuttavia espresso più di una preoccupazione per i raccolti, essendo l’alimentazione di questi volatili prevalentemente frugivora
Alessandro Polinori – Vice Presidente LIPU – BirdLife Italia: “Sicuramente quello che si può fare è studiare la situazione ed eventualmente trovare dei metodi di tutela dei raccolti incruenti. In certe situazioni per esempio si utilizzano dei cannoncini che con regolarità emettono dei suoni e per esempio allontanano i corvidi no?
Ed evitano che questi animali vadano a predare i raccolti così come si possono per esempio per gli alberi da frutto utilizzare delle reti che li proteggano da uccelli, quindi trovare comunque dei metodi incruenti sicuramente è la strada migliore per consentire una convivenza, poi ripeto bisogna vedere quello che accadrà con una serie di predatori che sono presenti in città e che sempre più stanno scoprendo questi animali quale proprio cibo insomma, quindi una convivenza però sicuramente sarà da trovare.
Il servizio di Andrea Contorni
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