Gita fuori Roma – Calcata, il borgo delle streghe (VIDEO)

Calcata, il borgo delle streghe, ideale commistione di storia, natura incontaminata, arte e "magia"

Vista di Calcata. Foto di pubblico dominio. Autore: Piotr Arnoldes da Pexels.

Il borgo storico di Calcata (Viterbo), arroccato su un pianoro di tufo, domina la lussureggiante Valle del Treja, offrendo uno scorcio paesaggistico tra i più suggestivi del Lazio.

A Calcata il tempo si è fermato tra le atmosfere di un Medioevo arcano e intriso di magia e spiritualità

Calcata vanta una storia antica ma lontana dai grandi eventi di ogni tempo, proprio a causa della sua posizione geografica di particolare isolamento. Possiamo considerare Calcata un valido esempio di paese naturalmente fortificato, al quale si accede anche oggi da un’unica porta d’ingresso che si apre nella cinta muraria difensiva.

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Borgo di Calcata. Licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale. Fonte Wikimedia.

La zona fu abitata fin dalla preistoria. In epoca preromana fu probabilmente un avamposto dei Falisci, antico popolo italico dell’Etruria meridionale che si sviluppò da Falerii, centro principale dell’enclave falisco-capenate, corrispondente all’odierna Civita Castellana.

Nel Medioevo, il nome di Calcata compare sotto il pontificato di Adriano I, papa dal 772 al 795. Nel Duecento, la famiglia degli Anguillara arricchì il borgo del castello e delle mura. Il paese visse in solitudine per secoli, fino a quando iniziò a spopolarsi nel corso della prima metà del ‘900. Nel secondo dopoguerra sorse Calcata Nuova che accolse tutti i fuoriusciti dal vecchio borgo. Vittima dei continui crolli e cedimenti del terreno tufaceo, abbandonata da tutti, Calcata stava per essere rasa al suolo. Si salvò per un errore nella pratica burocratica di demolizione. Negli anni ’60, giunsero da ogni angolo del mondo artisti e artigiani. Essi ripopolarono il borgo che riprese magicamente vita.

Tutto ciò che ha che fare con la magia si abbina magnificamente a Calcata. Si racconta che in antichità il pianoro ospitasse un’ara falisca in cui si compivano misteriosi e ancestrali riti religiosi. Il tutto sarebbe dovuto alla roboante energia esoterica che il luogo emanerebbe. Questa fama, per alcuni versi (ma non per tutti) sinistra, è stata alimentata negli anni da tante leggende, da presunte sensitive che parlavano con gli animali ad arcane ritualità svolte in buie cantine. La nomea di “Borgo delle Streghe” è sancita dalla “notte delle streghe” che si svolge ogni anno a fine ottobre.

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Circoncisione di Cristo (dettaglio) di Friedrich Herlin. Opera di pubblico dominio. Fonte Wikimedia.

Ma la leggenda più importante di Calcata è quella legata al Santo Prepuzio di Gesù, una reliquia potentissima che giunse nel borgo quasi per caso. Reciso al piccolo Gesù, otto giorno dopo la nascita, il Santo Prepuzio fu donato a Carlo Magno da un angelo. Il sovrano lo portò poi a Roma, custodito in San Giovanni Laterano. Un lanzichenecco si appropriò della reliquia durante il Sacco di Roma del 1527. Risulta che alcuni mercenari tedeschi soggiornarono poi a Calcata. In questa occasione, il soldato “ladro” nascose il cofanetto col Prepuzio divino in una grotta, non conoscendone l’esatto contenuto.

Questo fu ritrovato anni dopo. Nessuno riusciva ad aprire lo scrigno fino a quando non intervenne una fanciulla dall’animo puro. Nel momento stesso in cui la reliquia vide di nuovo la luce, un celestiale profumo di fiori invase l’intera Calcata donando pace e serenità a tutti i suoi abitanti. Correva l’anno 1559. Da quel giorno, per oltre quattro secoli, ogni primo giorno di gennaio si tenne una solenne processione.

Dopo ulteriori svariati miracoli, circa quarant’anni fa, il Santo Prepuzio scomparve nel nulla. Qualcuno ritiene che in realtà sia tenuto ben nascosto nella chiesa locale di Calcata o a Roma, dato la sua natura particolare, leggermente “scabrosa”.

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Vista sulla Valle del Treja. Licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 2.5 Generico. Fonte Wikimedia.

Calcata presenta solo due monumenti degni di nota, il Castello degli Anguillara e la Chiesa del SS. Nome di Gesù. In località Colle, nei pressi del borgo, troviamo il singolare Museo “Opera Bosco“; quaranta opere a firma degli artisti internazionali Anne Demijttenaere e Costantino Morosin, riposano tra la vegetazione del bosco. La particolarità di questa esposizione è che nessuna installazione ha recato danno alla Natura, perché tutto è stato realizzato col materiale offerto dall’ambiente con l’unico scopo di far comprendere quanto sia importante valorizzare e tutelare il nostro splendido patrimonio naturalistico.

Ulteriori testimonianze storiche degne di nota sono sparse nei dintorni di Calcata Vecchia, tra i boschi e le rupi. Possiamo ritrovare infatti tracce di insediamenti falisci e medievali: ben visibili ad esempio i resti di una torre (Torre di Santa Maria) su una collina proprio dinanzi al paese. Poco lontano da Calcata c’è l’antica necropoli falisca di Pizzo Piede e sulla sommità di un’altra rupe ancora i resti di Narce, antichissimo insediamento arcaico di cultura falisca, sede dell’omonimo Museo Archeologico.

Calcata è un borgo bellissimo e alquanto curioso dove gli umili ambienti quali grotte, cantine e modeste botteghe sono state arricchite dall’estro degli abitanti. Nel borgo domina un generale atteggiamento di grande apertura alla cultura internazionale e multietnica. Elementi marcatamente storico-medievali si fondono con visioni fantastiche e oniriche o riconducibili al folclore di popoli lontani ed esotici. Calcata è tutta un’espressione artistica, trionfo del concetto di sperimentazione urbana. Mantiene il primato di uno dei luoghi d’interesse più visitati del Lazio, persino preso d’assalto nelle miti domeniche di primavera. Visitare Calcata dona al turista sempre quel “qualcosa in più”, ideale commistione di storia, natura incontaminata e “magia” nel senso più positivo del termine.

Come arrivare a Calcata da Roma. Si percorre il G.R.A. fino all’uscita 5 S.S.2bis Cassia V. (Veientana). Si supera il bivio per Campagnano Romano, trovando dopo circa 200 metri quello per Mazzano Romano. Da lì si seguono le indicazioni per Calcata. In alternativa, si può prendere la via Flaminia in direzione Civita Castellana fino a Rignano Flaminio. Poi si seguono le indicazioni per Faleria e Calcata.

Bibliografia, sitografia e note:

  • “Calcata”, articolo del sito lazionascosto.it
  • “Opera Bosco, Museo di Arte e Natura” dal sito operabosco.eu
  • “Lazio. I luoghi del Mistero e dell’Insolito” di Luca Bellincioni e Daniela Cortiglia. Eremon Edizioni (2021).
  • Per le fotografie: licenze di utilizzo specificate nelle didascalie.

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