Gita fuori Roma – Il borgo fantasma di Celleno

Celleno, il borgo soprannominato "l'altra Civita", lontano dal grande turismo, si offre in tutto il suo straordinario fascino maturato in secoli di Storia

Vista di Celleno Vecchia. Licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported. Fonte Wikimedia.

Lontano dal grande turismo, timida e nascosta, Celleno Vecchia (provincia di Viterbo) è un luogo incantevole che vanta una Storia importante e millenaria e lo stesso destino nefasto della “cugina” Bagnoregio.

Il borgo fantasma di Celleno Vecchia appare del tutto abbandonato nella sua parte più vetusta, quella adagiata sul pianoro tufaceo

Una corposa gita domenicale nella Tuscia, nel cuore della Teverina Viterbese, prevede di sicuro la visita della splendida Civita di Bagnoregio, detta “la città che muore”. In realtà è una “città che resiste“, aggrappata al suo sperone tufaceo, a dispetto dei terremoti e degli smottamenti che la tormentano da secoli, continuando a regalare al turista il meraviglioso panorama della Valle dei Calanchi.

Da Civita, si può poi scendere a Sant’Angelo, frazione di Roccalvecce, l’ormai famosissimo “Paese delle Fiabe”, tra i mille colori dei tanti murali dedicati alle più celebri favole della nostra infanzia. Ma in mezzo a questi due borghi ne dimora un altro, degno di nota. Celleno Vecchia, appunto.

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Vista del “Castello” di Celleno, il Borgo fantasma, la parte alta della rupe totalmente in abbandono. Licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 3.0 Unported. Fonte Wikimedia.

La posizione rialzata e di controllo di una delle vie che portava al Lago di Bolsena, rese Celleno un luogo abitato fin dal VII secolo a.C. con un insediamento etrusco di medie dimensioni. In epoca romana fu una colonia florida e interessata dai traffici commerciali tra i centri di Orvieto e Ferento. Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, Celleno perse tutta la sua importanza, coinvolto in saccheggi e razzie.

Interessante e curiosa è la leggenda circa la fondazione di Celleno, narrata dallo storico greco Dionigi di Alicarnasso, vissuto all’epoca dell’imperatore romano Augusto. Egli considera Italo, leggendario re degli Enotri, colui che fondò Celleno molti anni prima della caduta della mitica Troia, dando al borgo un nome che ricordasse la figlia Cilenia. Più probabile che il nome “Celleno” derivi etimologicamente dalla parola latina “cellae” indicando le antiche cantine scavate nella rupe tufacea in epoca etrusca e romana.

Dopo Goti e Longobardi, ritroviamo Celleno conteso tra signorotti locali fino a quando non passò nell’influenza del potente Comune di Viterbo (fine XIII secolo). Tre altri secoli di alterne fortune, dispute, guerre e cambi di proprietà tra celebri famiglie tra cui gli Orsini per finire assorbito dallo Stato Pontificio negli ultimi anni del Cinquecento. Ma il destino di Celleno sarebbe stato segnato da ben altre disgrazie.

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Il Borgo di Celleno fotografato dal Castello degli Orsini in una foto del 1930. Licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale. Autore: Massimo Fordini Soni. Fonte: Wikimedia.

A più riprese il paese è stato sottoposto a dure prove di sopravvivenza. Nel 1695 il devastante terremoto che colpì la vicina Civita di Bagnoregio, nel 1789 un massacro perpetrato dalle truppe francesi d’occupazione, infine nel 1855 ulteriori pesanti scosse telluriche, determinarono il graduale abbandono di Celleno Vecchia. La situazione nella zona alta e più antica denominata “Il Castello” e ora “Borgo fantasma” era talmente grave che si proibì fin dal 1696 lo scavo di cantine nel tufo della rocca.

Il colpo di grazia avvenne nel giorno 8 giugno 1931 con un nuovo terremoto il cui epicentro fu proprio a Celleno. Crolli e cedimenti continuarono senza sosta negli anni a seguire. Nel 1934 si decise di spostare gli abitanti a circa due chilometri di distanza dal borgo. Nacque Celleno Nuova, completata definitivamente nel 1951. L’anno suddetto decretò il definitivo abbandono del paese medievale (soprannominato “l’altra Civita”), ritenuto impossibile da consolidare e da salvare a causa degli alti costi di manutenzione. Oggi, Celleno conta circa 1500 abitanti.

Celleno Vecchia si offre al visitatore in tutto il suo fascino maturato da secoli di storia e di calamità. Un luogo deserto, a tratti desolato, perso in un paesaggio magnifico che ricorda la dolce e vicina campagna umbra. L’antica porta medievale è dominata dal Castello Orsini (da non confondere con “Il Castello” che si riferisce alla zona alta della rupe, quella più diroccata). La struttura è difesa da un fossato e si presenta imponente con una poderosa torre di guardia. In tempi recenti il castello è stato restaurato dal pittore Enrico Castellani.

Una condizione, quella di Celleno Vecchia, che ricorda da vicino quella di Calcata, altro borgo antico semideserto e dal fascino immutato nei secoli.

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Il castello degli Orsini, restaurato dal maestro Enrico Castellani. Licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale. Autore: Massimo Fordini Soni. Fonte Wikimedia.

Di notevole impatto visivo è anche la piazza del Comune di Celleno Vecchia, alla quale si accede da una scalinata, “Via del Ponte“, dalla sottostante Piazza del Mercato detta “Il Torracchio”. Si nota la presenza di edifici timidamente restaurati e altri di cui rimane in piedi unicamente la facciata. Della Chiesa di San Carlo ad esempio restano solo le mura, avvolte dalla vegetazione e il campanile con un orologio ormai senza numeri.

Celleno si visita tutta in circa mezz’ora. Il Borgo fantasma è da sempre oggetto di ricerche nel campo del paranormale, essendo un luogo evidentemente “idoneo” per il presunto manifestarsi di certi fenomeni. Degna di nota è la bella “Festa delle ciliege di Celleno” che si tiene di solito, ogni anno, nella seconda domenica di giugno. Per l’occasione viene realizzata dai mastri pasticceri del luogo, una crostata lunga oltre venti metri, arricchita con la marmellata delle celebri ciliegie del consorzio di Celleno.

Il Borgo di Celleno è sotto la tutela del FAI (Fondo Ambiente Italiano) con l’organizzazione di visite guidate a cura dei gruppi di volontari del Gruppo FAI Giovani di Viterbo e degli Apprendisti Ciceroni del Liceo “Buratti” Unitus.

Per arrivare a Celleno da Roma in automobile, si deve percorrere l’autostrada A1 uscendo al casello di Orte. Si prosegue per la superstrada verso Viterbo. Si seguono le indicazioni per Celleno lungo la Strada Provinciale Teverina. La zona vecchia è accessibile unicamente a piedi dopo aver superato una scenografica salita.

Bibliografia, sitografia e note:

  • “Celleno, il borgo fantasma tutelato dal FAI”, articolo del sito siviaggia.it
  • “Celleno vecchia, il “Borgo fantasma” tutelato dal FAI, articolo di Laura Morello (www.viaggifuorirotta.it).
  • “Lazio. I luoghi del Mistero e dell’Insolito” di Luca Bellincioni e Daniela Cortiglia. Eremon Edizioni (2021).
  • Per le fotografie: licenze di utilizzo specificate nelle didascalie.

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