Botte e insulti agli anziani ricoverati in una casa di cura di Anzio, scattano cinque misure cautelari: tre arresti ai domiciliari e due ordinanze di sospensione dall’esercizio della professione per maltrattamenti. E’ il bilancio dell’operazione che ha al centro una casa di riposo di Anzio dove i pazienti, per lo più, ultraottantenni venivano maltrattati e spesso sedati dai titolari della struttura e da alcuni assistenti.
Gli anziani venivano sedati, maltrattati e costretti a restare chiusi in camera dalle sei del pomeriggio
A eseguire le misure cautelari i carabinieri del Nas di Roma su disposizione della Procura della di Velletri. A provare i soprusi filmati, intercettazioni e telefonate. In particolare l’indagine ha accertato nei confronti degli anziani strattoni, colpi, insulti, minacce e lancio di oggetti, e anche omissioni nelle cure e somministrazione massiccia di sedativi compiute sia dai titolari della struttura che da alcuni lavoratori del centro.
“Sistematiche condotte vessatorie fisiche e verbali nonché reiterate intimidazioni e somministrazione di farmaci senza alcuna necessità e al di fuori di alcun piano terapeutico, così da sopire gli ospiti durante la notte evitando richieste di assistenza consentendo agli operatori sanitari di riposare indisturbati”, si legge nelle carte dell’inchiesta. Per gli anziani oltretutto nessuna attività ricreativa anzi l’imposizione di restare nelle loro camere dalle 18 serali fino al mattino successivo.
La protesta della stampa
Una ferma protesta contro le omissioni della magistratura rispetto al diritto di cronaca è stata sollevata da Giovanni Del Giaccio, Coordinatore Macro area Libertà di informare Associazione Stampa Romana. Nella sostanza gli investigatori si sono rifiutati di fornire il nome della struttura. Questa la nota di protesta:
“Le storture della riforma Cartabia colpiscono ancora.
Con una nota autorizzata dalla Procura di Velletri, i Carabinieri hanno fatto sapere di aver arrestato 5 persone per maltrattamenti in una casa di riposo ‘del litorale romano’. Sappiamo chi ha coordinato l’operazione, chi l’ha eseguita ma ignoriamo quale sia la struttura nella quale gli anziani venivano picchiati e non siamo in grado quindi di far sapere ai lettori dove avvenivano le vessazioni, né di escludere le case di riposo che invece agiscono nel rispetto delle regole tra Pomezia e Nettuno, territorio di competenza di quella Procura.
Comprendiamo la necessità di rispettare la norma Cartabia – sempre più un bavaglio preventivo – da parte di magistrati e forze dell’ordine, però è bene ricordare che si deve contemperare la riservatezza delle indagini con il diritto dovere di cronaca dei giornalisti, quello dei cittadini a essere compiutamente informati e degli imprenditori onesti a non finire in un calderone“.
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