L’origine degli orti Botanici italiani, vero vanto del nostro paese, si fa risalire in Italia all’opera di Matteo Silvatico, insigne medico della Scuola medica salernitana che visse tra il XIII secolo ed il XIV secolo, e fondò il primo orto botanico del mondo occidentale.
Da quella prima importante raccolta di piante ed erbe, l’interesse nazionale per la loro classificazione e per l’osservazione naturalistica, si rafforzò dando vita, anche per esigenze di tipo didattico nelle Università, ai più importanti Orti botanici italiani. Questi luoghi magici, con l’arrivo della Primavera ormai alle porte, torneranno ad essere tra le mete preferite dei visitatori.
Le origini degli Orti Botanici: da giardini del faraone ad Orti didattici nelle Università. Ecco dove visitarli in Italia
Il concetto del “Giardino botanico”, inteso come raccolta di piante per uso medicinale, deriva certamente dall’antichità. Le fonti storiche parlano già di un Giardino botanico all’epoca del Faraone egizio Tutmosi III, come anche dell’esistenza di raccolte di piante medicinali ad Atene nel IV secolo a.C., e in epoca romana, conosciuti come gli Hortus conclusus. Quel che è certo, è che sia la coltivazione che la pratica di creare delle vere e proprie collezioni di piante ed erbe di tante specie diverse, è proseguita fino ai nostro giorni, lasciando inalterato nel tempo quel fascino di “scrigno di segreti naturali”, che desta ancora oggi tanto interesse e curiosità in chi lo osserva.
La cultura dell’Orto botanico, ha anche in Italia una tradizione molto antica. Si deve infatti al medico salernitano Matteo Silvatico, vissuto tra il XIII e il XIV secolo, la nascita del primo Orto Botanico del mondo occidentale. Il medico era un profondo conoscitore di piante per la produzione di medicamenti, e nel suo Giardino della Minerva, vennero per la prima volta coltivate e classificate piante ed erbe, oggetto di studi a scopo scientifico.
La coltivazione e la conoscenza di piante medicinali in Italia, continuo fortemente anche nel Medioevo e nel Rinascimento, dove era d’uso studiarle negli Horti sanitatis, situati presso i monasteri e presso le scuole di medicina e farmacia delle Università.
Ma fu nel corso del XVI secolo, che esplose veramente, in contemporanea all’arte del Giardino (all’italiana), l’interesse per l’osservazione naturalistica e per la classificazione delle piante. In quel periodo nacquero infatti i primi e più grandi orti botanici didattici per gli studenti delle Università italiane, che divennero tra i più importanti del mondo.
I primi Orti botanici del mondo sono nati in Italia: ecco dove sono
L’Orto Botanico di Padova
L’Orto Botanico di Padova, è stato costruito nel 1544 ed è il più antico giardino botanico del mondo e fu istituito proprio per la coltivazione delle piante medicinali. Dal 1997 è anche iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO come bene culturale che ha largamente contribuito al progresso di numerose discipline scientifiche moderne, in particolare la botanica, la medicina, la chimica, l’ecologia e la farmacia, per le quali, l’ateneo ha rappresentato un punto di riferimento in tutto il mondo per lo studio delle piante, qui vi venivano lette e commentate le opere botaniche di Aristotele e di Tefrasto. L’istituzione di un horto medicinale venne sollecitata in particolare da Francesco Bonafede e in questo giardino dei semplici, esistevano dei rarissimi vegetali spesso oggetto di furto, poichè vi si ricavavano medicinali costosissimi.
L’Orto Botanico di Pisa
Sorto nel 1543, l’Orto Botanico di Pisa fu invece il primo orto botanico universitario del mondo. A fondarlo fu il naturalista, medico e botanico Luca Ghini (1490-1556) che lo posizionò sulla riva dell’Arno. Il Giardino fu poi trasferito molto anni dopo nell’attuale sede dove venne ampliato fino a raggiungere l’estensione di quasi due ettari, in cui trionfano per bellezza e caratteristiche tra le più varie, specie di piante provenienti da cinque continenti: dalle succulente dei deserti africani e americani alle piante aromatiche della macchia mediterranea. Vi sono poi le specie delle paludi toscane e innumerevoli alberi secolari, che si ergono come veri guardiani di quella natura. All’interno è presenta anche un Museo botanico che conserva strumenti di studio settecenteschi e modelli botanici in cera e in gesso oltre a tavole didattiche acquarellate dell’Ottocento.
Il Giardino dei semplici di Firenze
Realizzato nel dicembre 1545, il Giardino dei Semplici di Firenze è uno degli Orti botanici più antichi del mondo. Fondato da Cosimo I dei Medici, fa parte oggi del Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze e si trova in pieno centro cittadino. Si sviluppa su un’area di 2,3 ettari, con un complesso di aiuole tematiche, di percorsi espositivi, di due grandi serre (calde e fredde) e sei serrette che ospitano famiglie particolari di piante (orchidee, felci, begonie ecc.).
Molti sono gli allestimenti realizzati recentemente per le finalità della didattica, della divulgazione, della ricerca scientifica e della conservazione della biodiversità, ed altrettante sono anche le attività culturali organizzate per avvicinare il pubblico alla botanica e alle tematiche ambientali: conferenze, mostre temporanee, laboratori, escursioni, presentazioni di libri, resoconto di attività scientifiche, corsi di riconoscimento di piante selvatiche. Nel 2004 l’Orto è stato nominato CESFL (Centro per la conservazione ex situ della flora) dalla Regione Toscana e svolge tale attività in collaborazione con gli Orti di Pisa e Siena.
Fra i 220 alberi presenti nell’Orto, meritano particolare attenzione alcuni esemplari sia per la loro importanza dal punto di vista consevazionistico. Cinque di questi alberi sono stati classificati come monumenti vegetali dalla Regione Toscana. Le collezioni di piante più importanti, per un totale di quasi 2500 specie, sono quelle delle medicinali e velenose, le alimentari, le cicadee, le pteridofite, le acquatiche, ma anche gli agrumi, le palme e le succulente. Da maggio del 2008 nell’Orto Botanico, sono stati resi disponibili percorsi multisensoriali tattili e olfattivi per non vedenti e, recentemente, è stata acquistata una golf car per disabili motori.
L’Orto botanico di Bologna
A Bologna in Via Irnerio 42, nel cuore della zona universitaria sorgono l’Orto Botanico e l’Erbario dell’Università. Nati entrambi nel 1567, sono tra le più prestigiose e antiche istituzioni di questo tipo in Europa.
L’Orto Botanico occupa una superficie di circa 2 ettari a pianta rettangolare che raggiunge le antiche mura della città. Al suo interno si trovano collezioni tematiche di particolare pregio e ricostruzioni di ambienti naturali. L’Orto dispone anche di quattro serre, due tropicali e due di piante succulente. Una piccola serra ospita una collezione di piante insettivore.
L’Erbario, che comprende più di 100mila campioni di piante, ospita tra l’altro le preziose collezioni di Ulisse Aldrovandi e Antonio Bertoloni. Una selezione dei campioni conservati è esposta nel piccolo Museo annesso. Oltre all’attività didattica, rivolta in particolare all’Università ma anche alle scuole di ogni ordine e grado, ad associazioni e a gruppi di visitatori, l’Orto Botanico e l’Erbario svolgono un’intensa attività di supporto alla ricerca e partecipano a numerosi progetti universitari, nazionali e internazionali.
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L’Orto Botanico di Milano
L’Orto Botanico dell’Università degli studi di Milano risale al XIV secolo e sorge alle spalle del Palazzo di Brera. E’ Luogo di pace dove sia i padri Umiliati che i Gesuiti di fermavano a meditazione e a coltivare le erbe. Quando nel XVIII secolo, grazie all’imperatrice Maria Teresa d’Austria, il Palazzo di Brera diventò un punto di riferimento culturale molto attivo a Milano sia per l’arte, che per le lettere e le scienze, il giardino venne ufficialmente istituito come l’Orto Botanico di Brera nel 1775. Sin dalla sua fondazione, il luogo ricopre la funzione di centro per l’alta formazione in farmacia e medicina, ed è possibile usufruire del percorso artistico-botanico ArteOrto, ideato per adulti e bambini.
Orto Botanico di Napoli
L’Orto Botanico di Napoli è situato al centro della città, lungo la storica Via Foria ed accanto a Palazzo Fuga. E’ stato realizzato da Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, agli inizi del XIX secolo, sviluppando un’idea precedentemente concepita da Ferdinando IV di Borbone, la cui attuazione era stata impedita dai moti rivoluzionari del 1799. La missione dell’orto era ed è la tutela delle specie rare.
Qui sono custodite collezioni relative a gruppi di piante sempre più rare nei loro ambienti naturali, come ad esempio le Cycadales e le felci arboree, e sono coltivate entità endemiche viventi in Campania, come ad esempio Kochia saxicola e Primula palinuri, o scomparse dai siti naturali della nostra regione, come Ipomoea imperati.
L’Orto Botanico di Lucca
Nella parte sud-orientale di Lucca, si estende per circa due ettari dal confine con le mura urbane di epoca rinascimentale l‘Orto Botanico di Lucca. È stato fondato nel 1820 su volontà di Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone Bonaparte, appassionata di botanica, che nonostante ne avesse organizzato con dovizia organizzazione e mantenimento, il 14 marzo fu costretta alla fuga dalla città per via del crollo dell’Impero.
Il giardino ospita l’Arboreto con alberi secolari dall’aspetto monumentale, la Montagnola destinata alla flora autoctona, il Laghetto e la collezione di camelie e rododendri. All’interno è presente anche una Scuola botanica con una grande raccolta di piante medicinali. Qui si affacciano le serre, la Biblioteca, il Museo Cesare Bicchi con i preziosi erbari, una delle sedi della Banca Regionale del Germoplasma, che conserva i semi di varietà locali d’interesse agrario a rischio d’estinzione. Recentemente è stato realizzato un percorso sensoriale per persone cieche, visitabile in maniera autonoma con il supporto di una guida audio.
L’Orto Botanico di Roma
L’Orto botanico di Roma è situato alle pendici del Gianicolo, nell’antico parco di villa Corsini, un tempo residenza di Cristina di Svezia. La struttura dipende dal Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università “La Sapienza“ di Roma. La sistemazione definitiva dell’Orto Botanico universitario di Roma nella attuale sede risale al 1883 anche se in realtà un orto botanico esisteva già da molto tempo all’interno di Roma, ma rinchiuso nella cinta muraria della Città Vaticana (è la più antica istituzione del genere).
Fu Papa Nicolò III (1277-1330), a volere l’orto, e fece infatti allestite un pomerium o verziere, che venne organizzato più tardi in maniera organica con la coltivazione delle piante medicinali, dette “semplici”. E Papa Leone X, tra le varie iniziative che promosse fece istituire nel 1514 la prima cattedra per l’insegnamento delle piante medicinali. Giovanni Faber, direttore dell’Orto botanico vaticano dal 1601 al 1629, fu il primo a chiamare la sua materia “botanica”.
L’Orto Botanico di Roma si estende invece per 12 ettari, e si trova in una posizione riparata sul pendio del Gianicolo, irrigato dal soprastante acquedotto dell’Acqua Paola, che fornisce l’acqua anche ad alcuni ruscelli dotati di colture acquatiche.
Svolge funzioni didattiche, di educazione ambientale e di ricerca scientifica ed è sede di mostre, corsi, conferenze e simposi ed ha annualmente quasi centomila visitatori. L’Orto inoltre è sede di ricerche altamente specializzate sull’ecologia dell’ambiente urbano. Il giardino ospita attualmente oltre 3000 specie vegetali tra orto dei semplici e giardino degli aromi; palme; piante acquatiche; serre e collezioni di piante succulente; boschetti di bambu e felci.
Nella parte superiore della collina è stata conservata la struttura arborea originale, lasciata a bosco mediterraneo di sempreverdi detta Bosco romano, e dalle radure tra gli esemplari secolari di lecci e platani si godono splendidi scorci panoramici della città. Dell’arredamento settecentesco del giardino si conservano in questa zona la scalinata del Fuga e il nicchione addossato alla sommità della collina. Presente una splendida collezione di conifere oltre al roseto ed il celebre giardino giapponese, progettato dall’architetto Ken Nakajima, creatore anche del giardino dell’Istituto Giapponese di Cultura in Roma (leggi qui).
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