Non c’è pace per i dipendenti di Air Italy. Dopo mesi di attesa e speranza è arrivata la notizia che non ti aspetti: l’azienda ha riavviato il processo di licenziamento collettivo.
Praticamente una nuova doccia fredda per gli oltre 1300 operatori rimasti all’interno della compagnia in liquidazione. Lo stop alla prima procedura, partita a marzo del 2020 e sospesa per cinque mesi per la pandemia da Covid-19, era stato seguito da una proroga di sei mesi della cassa integrazione, ma ora le direttive dall’alto parlano chiaro: “portare a termine la cessazione del vettore entro il 31 dicembre 2021“.
A fine anno scadrà la cassa integrazione a tutti i dipendenti a tempo indeterminato che operano in Italia nelle sedi di Olbia, Malpensa, Linate, Napoli, Firenze e Fiumicino.
I sindacati hanno fatto sapere a seguito dell’ultima riunione con l’azienda che gli ultimi aerei sono stati restituiti agli inizi di settembre e che la società ha concluso tutte le attività previste per la liquidazione con la vendita di tutti i beni mobili. Ma l’annuncio della procedura di licenziamento è stato rispedito al mittente da tutte le organizzazioni sindacali che attendono che gli venga recapitata con i canali ufficiali.
Cgil, Cisl, Ugl Trasporto Aereo, Uil Trasporti e Anpav si rivolgono alla politica affinchè intervenga organizzando un tavolo a Roma. I sindacati chiedono che i lavoratori Air Italy abbiano le stesse opportunità di quelli ex Alitalia. Chiamata in causa anche la Regione per dare risposte concrete e prese di posizione a seguito delle dichiarazioni dei mesi scorsi.
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