Inps scrive a deceduto per comunicargli decadenza della pensione per morte

Franco è deceduto il 17 marzo ma l’Inps gli ha scritto ugualmente: “Lei è decaduto dal diritto alla pensione perché è morto”

ASSISTENZA-INPS
Immagine di repertorio.

Neanche “Scherzi a parte” sarebbe stata capace di scrivere un copione tanto incredibile: morto dal 17 marzo, riceve a maggio la comunicazione personale dall’Inps che gli annuncia che decade la pensione di cittadinanza proprio perché è morto. Non solo, si aggiunge nella nota che può proporre ricorso contro il provvedimento.

Franco è morto il 17 marzo ma l’Inps gli ha scritto ugualmente: “Lei è decaduto dal diritto alla pensione perché è deceduto”

E’ la paradossale vicenda che riguarda il signor Franco O. di Roma e a raccontarla è Alberto Di Majo su Il Tempo. «Gentile Signore, le comunichiamo che lei è decaduto dal diritto alla pensione di cittadinanza (la cosiddetta minima n.d.r.) per le seguenti motivazioni: è deceduto» questo il testo della nota arrivata a casa di Franco ieri, 24 maggio. E c’è di più: «Lei potrà recarsi presso i nostri uffici per ricevere ulteriori chiarimenti e inoltre, entro 30 giorni dal ricevimento della presente, potrà proporre istanza motivata di riesame».

Il signor Franco, un ingegnere che aveva lavorato molti anni all’estero mettendo da parte soltanto pochi contributi, aveva la pensione di cittadinanza dal 2019 (l’aveva richiesta, come ricorda la stessa Inps nella missiva, ad aprile di quell’anno) e ogni dodici mesi doveva presentare la documentazione fiscale necessaria relativa ai redditi eventuali e alla cosiddetta “esistenza in vita“.

Quasi due mesi fa l’istituto guidato da Pasquale Tridico ha preso atto della morte ma ha scritto lo stesso al titolare dell’assegno per avvertirlo che non ne avrà più diritto. Nella comunicazione, firmata dal direttore Angelo Franchitti, si precisa anche che «contro il presente provvedimento può proporre azione giudiziaria nelle forme di rito e nei previsti termini di legge, dandone notifica a questa Sede».

Succo della vicenda: l’istituto scrive a un morto per dirgli che non prenderà più la pensione di cittadinanza perché è, appunto, morto, ma gli ricorda anche che, se non fosse d’accordo, può fare ricorso. In ultimo, l’Inps nella comunicazione consiglia al signor Franco di tenere a portata di mano il codice fiscale e il numero di protocollo della domanda «per risparmiare tempo ed ottenere le informazioni rapidamente».

Verrebbe da ridere se non ci fosse dietro il lutto di una famiglia che ha perso un proprio caro. Peraltro, la lettera è l’ultima beffa per i parenti del signor Franco, deceduto più di due mesi fa a Roma ma ancora in attesa di una sepoltura (come già capitato a molti altri cittadini). La cremazione è stata fatta dopo due mesi e da tre settimane i congiunti aspettano che gli vengano consegnate le ceneri.

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