Strage di storni con i botti: il VIDEO che impressiona

Ecco le immagini per chi riteneva impossibile che i botti di Capodanno potessero essere la causa della moria degli storni. La Lipu spiega cosa è successo

Gli stormi uccisi dai botti nei pressi della stazione Termini

Se qualcuno aveva il dubbio che non fossero stati i botti di Capodanno a causare la moria di storni e di altri volatili su via Cavour e nei dintorni della stazione Termini, il video lanciato in rete e le spiegazioni fornite dalla Lipu sono più che esaustivi.

Ne abbiamo dato notizia ieri con questo articolo. «Gli storni – spiega nell’intervista rilasciata a Il Messaggero da Francesca Manzia, Responsabile Centro Recupero Fauna Selvatica LIPU di Roma – fanno dormitori giganteschi sulle alberature, si può arrivare a molte migliaia di esemplari. È così nella zona di Termini. I botti hanno generato la paura che ha spinto gli uccelli a involarsi insieme, in maniera disordinata, per allontanarsi. In questi casi, è facile che alcuni sbattano gli uni contro gli altri, o contro fili elettrici, muri, vetri e le varie barriere architettoniche in città, trovando così la morte. Normalmente, di notte, gli storni sono guardinghi in caso di rumori, ma non volano via. Qui può essere bastato anche un solo botto, vicino, a generare il panico. E i botti sono stati tanti».

Ai volatili rimasti uccisi, si aggiungono quelli feriti. «Il coprifuoco ha fatto sì che non ci fosse gente in strada – prosegue – quindi i volatili feriti non sono stati segnalati o soccorsi la notte stessa. Alcuni si saranno nascosti, altri saranno morti, altri ancora magari saranno stati mangiati dai gabbiani. Il numero di uccisioni è probabilmente ben più elevato dei 100/120 esemplari segnalati».

Le immagini lanciate online mostrano con evidenza quanto accaduto: scoppiano i botti con lo scoccare della mezzanotte e gli stormi di volatili impazziscono nel corridoio tra i palazzi di via Cavour. Un video da incubo, da film dell’orrore.

In una nota, l’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), firmata dal presidente Massimo Comparotto, sottolinea: «Ogni anno non facciamo che ripeterlo: la vendita di petardi e fuochi d’artificio va vietata e le aziende riconvertite. Le ordinanze sono inutili, di fatto i controlli non esistono (leggi qui) e ogni anno contiamo centinaia di esemplari morti e feriti tra la fauna selvatica e tanti animali domestici feriti o smarriti a causa dei botti e della distrazione dei proprietari. E’ tempo che il legislatore rimedi a tale scempio che colpisce anche gli umani. E’ questione di salute, ordine pubblico e, soprattutto, di civiltà».

LA REPLICA DEI PIROTECNICI

“La moria di storni che si è verificata in questi giorni non può essere in alcun modo connessa ai fuochi d’artificio. Non esistono evidenze scientifiche e, anzi, possiamo affermare con certezza che i fuochi d’artificio legali hanno una certificazione europea che impone una rumorosità inferiore ai 120 decibel”. Lo afferma in una nota Nobile Viviano, presidente di ASSPI, Associazione Pirotecnica Italiana, settore che raccoglie oltre 2mila aziende e diecimila lavoratori. “Basta andare a ritroso nel tempo per scoprire che episodi di moria di storni nella Capitale ci sono stati anche nei mesi passati, in situazioni evidentemente che non avevano nulla a che fare con i fuochi d’artificio”, spiega Viviano. “I nostri prodotti rispondono tutti a rigidi requisiti imposti dall’Europa per il rispetto del consumatore, dell’ambiente e degli animali, cosa diversa dai bomboni illegali che rappresentano un pericolo per l’uomo e per gli animali”. “Quest’anno, nonostante la crisi per il covid abbia messo in ginocchio le nostre aziende causando un considerevole calo del fatturato, abbiamo comunque compiuto lo sforzo di diffondere una Piro Guida che conteneva proprio le indicazioni per l’acquisto e l’utilizzo dei nostri fuochi pirotecnici in piena sicurezza e rispetto dell’ambiente, dei consumatori e degli animali. Per questo motivo vogliamo ribadire che la moria di storni in alcune zone della Capitale non ha nulla a che fare con i fuochi pirotecnici. Peraltro – conclude Nobile – Roma è tra le capitale più rumorose d’Europa, come testimoniato da una recente ricerca di Legambiente: nel 54,5% dei luoghi censiti il rumore supera i limiti consentiti nei livelli medi, nel 74% dei casi ci sono picchi di chiasso fuori controllo, a dimostrazione di quale può essere l’effettiva causa che ha portato alla morte degli uccelli”.

Roma: moria di volatili per i botti di Capodanno (VIDEO)