Roma, arrestato l’amministratore di Metaenergia: accuse di bancarotta fraudolenta e frode fiscale

Metaenergia, eseguito dalla guardia di finanza anche il sequestro di 167 milioni di euro. I dettagli dell'indagine

Foto non collegata ai fatti

Questa mattina, nell’ambito di un’operazione condotta dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e dal Comando Provinciale di Roma, è stato arrestato l’amministratore pro tempore di Metaenergia, l’azienda energetica finita sotto inchiesta per gravi illeciti economico-finanziari.

Metaenergia, eseguito dalla guardia di finanza anche il sequestro di 167 milioni di euro. I dettagli dell’indagine

L’arresto è stato eseguito su delega della Procura della Repubblica di Roma, che ha aperto un’indagine per bancarotta fraudolenta, utilizzo di fatture false per operazioni inesistenti e indebiti crediti di imposta.

Sequestro di beni e denaro

Nell’ambito delle indagini, che hanno portato al fallimento di Metaenergia, sono stati sequestrati beni, quote societarie e immobili per un valore complessivo di 167 milioni di euro.

I provvedimenti riguardano non solo l’amministratore arrestato, ma anche altri due collaboratori, quattro società collegate all’impresa fallita e tre professionisti del settore.

Le indagini, iniziate come approfondimenti in ambito antiriciclaggio, hanno messo in luce una serie di irregolarità finanziarie che coinvolgono anche debiti erariali superiori ai 200 milioni di euro.

Le operazioni sospette: distrazione di fondi e crediti inesistenti

Gli investigatori del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria e il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma hanno documentato una serie di operazioni illecite che vanno dal 2017 al 2022, tra cui la distrazione di centinaia di milioni di euro dal patrimonio di Metaenergia.

Tra le attività illecite riscontrate, figurano anche indebiti crediti d’imposta per 8 milioni di euro, ottenuti attraverso l’utilizzo di documentazione falsa e fatture per operazioni inesistenti. Inoltre, è stata accertata una evasione IVA di circa 1,5 milioni di euro.

Destinazione dei fondi: flussi sospetti e manipolazioni societarie

Secondo le indagini, parte degli asset più pregiati della società, inclusi circa 97 milioni di euro in quote societarie, sono stati sottratti a favore di una società veicolo con sede a Londra, riconducibile allo stesso amministratore, che ha effettuato una vendita parziale e successiva rivendita a terzi.

Inoltre, circa 63 milioni di euro sono stati dirottati a una società appartenente allo stesso gruppo imprenditoriale, provenienti da pagamenti effettuati dai clienti di Metaenergia per l’acquisto di energia elettrica e gas, con lo scopo di ostacolare il recupero dei creditori, tra cui spicca l’Erario.

Compensazioni illecite di crediti d’imposta: un sistema fraudolento

Inoltre, l’inchiesta ha rivelato che, tra il 2018 e il 2021, Metaenergia e le sue filiali Metaenergia Produzione e Metaenergia Esco hanno utilizzato crediti d’imposta per attività di ricerca e sviluppo che in realtà non esistevano, per un importo di circa 8 milioni di euro.

Questi crediti erano privi della necessaria documentazione giustificativa e non soddisfacevano i requisiti previsti dalla normativa fiscale per poter usufruire dei benefici, come confermato anche da un parere tecnico del Ministero dello Sviluppo Economico.