Fa shopping natalizio in centro pagando puntualmente con soldi falsi, banconote da 500 euro ben fatte e difficili da stanare. In manette finisce un falsario bulgaro di 64 anni. Alloggiava nella zona di Termini e da lì si spostava per comprare merce griffata in centro.
L’uomo faceva base a Termini e acquisti in centro: la sua specializzazione
A dare uno stop al sospetto falsario – ora accusato di falsificazione di monete, spendita e introduzione nello stato di monete falsificate – i carabiniri del Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria di Roma.
I militari sono intervenuti in seguito alle numerose segnalazioni di spendite di banconote false da 500 euro effettuate in attività commerciali o che finivano negli sportelli bancari nel centro di Roma Capitale, nell’area compresa tra Campo Marzio e Trinità dei Monti.
Banconote false ma di ottima qualitĂ in grado di superare anche alcuni dispositivi di controllo elettronico utilizzati dagli esercenti.
Anche la Banca d’Italia aveva immediatamente evidenziato un particolare allarme originato dall’insidiosissima classe di contraffazione, diffusa anche in ambito europeo.
Le serrate attività investigative consentivano l’identificazione del soggetto e la sua localizzazione all’interno di una struttura ricettiva sita nei pressi della Stazione Termini. Qui sono scattate le manette.
Il sequestro
Qualche giorno fa nei confronti dello straniero, già gravato da specifici precedenti di polizia, i militari operanti eseguivano una perquisizione personale e locale delegata dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Roma che consentiva il sequestro di 33 banconote false da 500 euro un cospicuo quantitativo di capi d’abbigliamento, accessori e profumi griffati, per un valore complessivo di circa 4.000 euro e la somma contante di 5.725, in banconote di vari tagli, anch’essa ritenuto provento dell’attività illecita.
Lo shopping pre natalizio
Dagli accertamenti svolti emergeva che il sessantenne, approfittando della confusione dovuta all’intensificazione dello shopping pre-natalizio, aveva reiteratamente soggiornato a Roma proprio con lo scopo di effettuare acquisti di materiali griffati destinati alla successiva ricettazione in Bulgaria.