Rifiuti nel Quartiere Africano. E’ rivolta tra i residenti di via Lago Tana, nei pressi di viale Libia dove l’eccessiva concentrazione di cassonetti sta creando seri problemi non solo di carattere ambientale, ma anche rischi sanitari per chi vive di fronte a un vero e proprio scempio nel sistema di raccolta dei rifiuti gestito dall’Ama.
Rifiuti nel Quartiere Africano, la denuncia degli abitanti contro la concentrazione dei cassonetti
La situazione è stata oggetto di diverse denunce tutte cadute nel vuoto, sino a prendere forma di una petizione indirizzata dagli abitanti tramite posta elettronica certificata alla Asl Roma 1, al II Municipio e al Dipartimento Ambientale di Roma Capitale.
“Ci siano ritrovati -spiega Gaetana Morabito che abita sulla via- con ben 9 contenitori di fila e altri tre decentrati tutti in una strada di poche centinaia di metri. Il problema non è soltanto la giacenza che mediamente stagna in un quartiere molto popoloso, ma la concentrazione stessa dei cassonetti. In pratica è come se vivessimo di fronte a una discarica che, in particolare d’estate, ci costringe a stare con le finestre sempre chiuse”.
Le preoccupazioni non sono legate soltanto agli odori mefitici sprigionati dalla fila dei contenitori, ma al rischio igienico e sanitario cui sono esposti, durante tutto l’anno, oltre agli inquilini che vivono nei pressi dei cassonetti anche i commercianti e i passanti che transitano sul marciapiedi.
“La mancata raccolta, manutenzione e sanificazione dei raccoglitori -è scritto nella petizione inviata agli uffici competenti- è un ricettacolo che attira anche i topi” contribuendo a rendere la zona pericolosa per la salute pubblica.
La richiesta rivolta ad Ama è di risolvere il problema dell’eccessiva concentrazione dei contenitori rimuovendone almeno una parte anche per “ristabilire un adeguato rapporto tra la superficie della strada e la quantità dei rifiuti presenti”.
I criteri che disciplinano il sistema pubblico di raccolta dell’immondizia, del resto, non sono arbitrari bensì puntualmente indicati nelle direttive dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) che svolge, tra l’altro, attività di controllo anche nel settore del ciclo dei rifiuti.