Ama lancia l’allarme: il fenomeno delle discariche abusive e dei rifiuti abbandonati nell’ambiente aumenta esponenzialmente. Nel corso del 2020 “l’azienda ha rimosso 3mila tonnellate di materiali abbandonati”, quattro volte la quantità scoperta e raccolta nel 2019, fa sapere l’azienda capitolina in una nota.
Particolarmente colpite dalla presenza di innumerevoli micro-discariche e dallo sversamento illegale di rifiuti ingombranti sono le zone del quadrante Sud-Est della Capitale. Al primo posto nella classifica dei quartieri più colpiti dall’abbandono nelle strade o nelle aree verdi dei materiali di scarto svetta il Decimo Municipio.
Da inizio anno ad oggi queste operazioni, commissionate dal Dipartimento Ambiente di Roma Capitale, hanno generato costi per oltre 720mila euro.
Ostia e Dragona le aree più penalizzate dal fenomeno: via Litoranea, via di Dragoncello, via Lido di Ostia, via Cesare Maccari, via della Cacciuta, via Passeroni sono state bonificate di recente dai cumuli di mobili, elettrodomestici, pneumatici e materiali edili abbandonati. Non va meglio nel Nono Municipio, tra via Laurentina e via Castel di Leva.
Gli interventi di Ama hanno interessato le molte aree oggetto di sversamento illegale di rifiuti ingombranti: dagli scarti edili agli pneumatici, dalle masserizie agli elettrodomestici.
“Solo negli ultimi quattro mesi (da luglio ad ottobre), nel corso di 20 interventi su altrettante discariche abusive sono state raccolte 1900 tonnellate di materiali abbandonati, un quantitativo quattro volte superiore a quello rimosso con operazioni analoghe nello stesso periodo del 2019”, sottolinea la municipalizzata.
Queste attività di recupero vengono svolte con autocarri con cassa a ragno, escavatori e bobcat: i materiali poi vengono avviati alle corrette procedure di trattamento.
Sono dati che “preoccupano, visto l’aumento esponenziale dei materiali rimossi rispetto alla prima parte di quest’anno e a quello precedente”, sottolinea l’amministratore unico di Ama Stefano Zaghis.
“Con questi interventi speciali ci si trova a dover ripulire aree pesantemente degradate in cui all’opera dei soliti svuota cantine si sommano fenomeni gravi e criminali di scarico illegale di materiali di ogni sorta. Spesso anche potenzialmente tossici, come eternit, inerti, pneumatici”, prosegue l’ad della municipalizzata.
“Dalle attività di rimozione delle discariche abusive, che richiedono l’utilizzo di personale adeguatamente attrezzato, scaturiscono quindi gravosi costi supplementari per l’amministrazione con un danno non solo ambientale, ma anche economico, per l’intera collettività”, conclude Zaghis.
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