Chiusa l’ottava sezione del carcere di Regina Coeli dopo l’ultima rivolta contro il sovraffollamento

Decine di detenuti trasferiti in altre strutture mentre il sindacato Fns Cisl Lazio chiede interventi urgenti per affrontare il problema del sovraffollamento

La direzione del carcere di Regina Coeli di via della Lungara, nel quartiere romano di Trastevere, ha disposo la chiusura dell’ottava sezione dove alcune settimane fa, si era scatenata una rivolta dei detenuti per il sovraffollamento delle celle e le difficili condizioni in cui sono costretti a vivere negli spazi loro riservati.

Decine di detenuti trasferiti in altre strutture mentre il sindacato Fns Cisl Lazio chiede interventi urgenti per affrontare le criticità del sovraffollamento

Era il 25 settembre scorso quando l’istituto penitenziario venne incendiato in più punti. Alte lingue di fuoco fuoriuscivano dalle inferriate, distruggendo stanze e suppellettili a causa di una sommossa sedata dagli agenti della polizia penitenziaria solo grazie all’invio di rinforzi necessari a riprendere il controllo della situazione.

Di oggi la notizia della chiusura dell’ottava sezione cui ha fatto seguito il trasferimento di 110 reclusi, una misura identica a quella adottata dal carcere di Velletri nel quale è stato dichiarato inagibile un piano del Reparto D a seguito degli incendi appiccati il 28 luglio di quest’anno e sono stati spostati 60 carcerati.

Attualmente -scrive in una nota il segretario generale della Fns Cisl Lazio, Massimo Costantino- la situazione di sovraffollamento negli istituti penitenziari della regione risulta essere di 1.567 detenuti” a fronte di un totale complessivo di 6.845 all’interno delle varie strutture disseminate sul territorio.

Preoccupa il sovraffollamento negli istituti di: Frosinone +100, Latina +50, Rieti NC +217, Civitavecchia NC +188, Roma Rebibbia Femminile +96, Roma Rebibbia NC +402, Roma Regina Coeli+541, Velletri +107, e Viterbo +256 solo per citarne alcuni”, chiosa il sindacalista.

A Frosinone manca energia l’elettrica in tutta la sesta sezione. Poiché non ci sono i vetri alle finestre sono state già chiuse undici celle dove non arrivava neppure l’acqua. A Viterbo le cose andrebbero anche peggio perché nei locali riservati alle videoconferenze del Reparto di Massima Sicurezza la rottura di tubature di scarico sprigionerebbe odori nauseabondi e avrebbe inumidito le pareti.

Altra nota dolente è la carenza di personale nelle singole carceri per circa 800 unità 132 delle quali a Regina Coeli, 52 a Rebibbia e 48

Il personale continua a svolgere il proprio compito con senso di abnegazione, sacrificio e spirito di corpo.

Lo scarso ricambio generazionale, a dispetto delle ultime assunzioni e il numero insufficiente degli agenti si ripercuote anche sulla sicurezza delle celle dove è più facile che, in mancanza di controlli adeguati, abbiano luogo atti di autolesionismo o tentativi di suicidio tra i detenuti.

Emergenze quotidianamente fronteggiate e sventate in massima parte grazie all’impegno, all’abnegazione e allo spirito di sacrificio e di corpo del personale.

Fns Cisl Lazio sollecita interventi concreti “per evitare criticità all’interno delle carceri della Regione” soprattutto per quel che concerne la gestione dei detenuti con “problemi psichiatrici e le residenze deputate all’esecuzione delle misure di sicurezza (Rems)” destinate a prendersene carico.

Se vuoi approfondire questi argomenti clicca sulle parole chiave colorate in arancione all’interno di questo articolo e accedi alla banca dati di canaledieci.it.