Annegati a Castel Gandolfo, si indaga sul noleggio dei pedalò

Faro della procura sulla morte dei due ventenni annegati durante un giro in pedalò. Erano ospiti di un centro di accoglienza

Le ricerche dei due ragazzi annegati nel lago di Castel Gandofo
Il giro in pedalò e poi l'annegamento. Un momento delle ricerche dei corpi. Foto Canaledieci

Perno dell’inchiesta il noleggio del pedalò senza giubbotto di salvataggio. La procura di Velletri ha aperto un fascicolo sulla morte di Saba Inoussa, 20 anni e Bayire Zouberou, un anno più grande, i due giovani del Burkina Faso annegati domenica pomeriggio nel lago di Castel Gandolfo.

Faro della procura sulla morte dei due ventenni annegati durante un giro in pedalò. Erano ospiti di un centro di accoglienza

Va accertato se al momento del noleggio del pedalò, i due ragazzi e l’amico superstite, tutti ospiti del centro d’accoglienza “Mondo Migliore”, siano stati informati dei rischi collegati a fare il bagno al largo nel lago di Castel Gandolfo. Un aspetto sul quale ora indagano i carabinieri.

Il noleggiatore del pedalò ha riferito che i due avrebbero firmato una liberatoria per non salire sul pedalò con il giubbotto di salvataggio, ma resta da chiarire se i ragazzi, che parlavano solo in francese e poche parole in italiano, abbiano capito o se siano stati perfettamente informati sui rischi del lago.

La ricostruzione

Dagli accertamenti dei militari della compagnia di Castel Gandolfo è emerso che i ragazzi, con un loro amico e connazionale che ha poi dato l’allarme, avevano affittato il pedalò poi l’unico in costume si era tuffato per fare il bagno. L’amico non vedendolo riemergere si è tuffato anche lui nonostante i jeans, mentre il terzo, ormai in preda alla disperazione, non è rimasto che chiedere aiuto.

In attesa degli esiti dell’autopsia – atto di rito -, proseguono gli accertamenti per verificare se siano state adottate tutte le misure di sicurezza, e anche di buon senso, nell’affidare il pedalò a ragazzi stranieri e inesperti.

Forse nemmeno in grado di interpretare il divieto di immersione dei bagnanti non esperti oltre il metro e 60 centimetri di profondità fissati qua e là a bordo lago.

I carabinieri della compagnia di Castel Gandolfo, che hanno partecipato alle ricerche attivate dal Nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco, subito dopo il recupero dei corpi, hanno acquisito il modulo per l’affitto del pedalò in cui avevano dichiarato di saper nuotare.

I giovani sembra invece che non sapessero nuotare e comunque non a conoscenza dei rischi del lago tra sbalzi termici e alghe altissime che avvinghiano.