Dopo quattro giorni di ricerche la polizia di Stato ha tratto in arresto Fabrizio Giordani il 42enne che nel giorno di Ferragosto avrebbe accoltellato la cugina al culmine di una lite di famiglia scatenata per questioni di danaro in un appartamento della borgata del Tufello.
L’uomo indagato per l’accoltellamento della vittima è stato tratto in arresto per il pericolo di reiterazione del reato
Nel pomeriggio del giorno dell’Assunzione l’uomo si trovava, infatti, a casa dei parenti quando nel tardo pomeriggio, per ragioni che gli inquirenti hanno, per il momento, ricondotto a contrasti probabilmente sorti nell’ambito della gestione di alcuni traffici illeciti, ha iniziato una violenta discussione con il figlio della vittima.
Lo scontro verbale è rapidamente degenerato estendendosi agli altri familiari fino a quando Giordani, armatosi di un coltello, avrebbe sferrato un profondo fendente ferendo alla spalla la cugina. Il raptus è stato sedato dal rivale che è riuscito a disarmare l’aggressore e a farlo allontanare (leggi qui).
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti del III Distretto Fidene, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Roma, il 42enne a cena terminata avrebbe preteso la restituzione di una cifra di circa 2mila euro. Di fronte al diniego del presunto debitore l’aggressore avrebbe perso il lume della ragione scendendo alle vie di fatto.
Le indagini si sono subito concentrate nell’ambito familiare e hanno permesso di raccogliere numerosi elementi a carico dell’indagato nei confronti del quale il Giudice per le Indagini preliminari ha spiccato un’ordinanza di custodia cautelare tenendo, tra l’altro, conto dell’aggravante di una recidiva riconducibile a Giordani che era uscito dal carcere durante lo scorso mese di maggio.
L’uomo è stato intercettato e arrestato questa mattina, di venerdì 23 agosto mentre faceva rientro a casa dopo un periodo di vacanza e trasferito in carcere a disposizione della magistratura.
E’ opportuno ricordare che qualsiasi persona denunciata, arrestata, posta in stato di fermo, indagata o rinviata a giudizio in ogni stato e grado del procedimento penale deve essere considerata innocente sino a quando sia stata pronunciata una sentenza di condanna definitiva nei proprio confronti.
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