Non solo covid: l’emergenza sanitaria scatenata dal virus sta provocando ricadute pesanti anche su pazienti affetti da altre patologie. Gli effetti più visibili si manifestano su chi soffre di cuore, e in generale in presenza di problematiche di salute che necessitano di cure tempestive, per le quali il fattore tempo fa la differenza. Spesso infatti chi sviluppa sintomi di infarto o di ictus non si reca in ospedale per paura del contagio, è il grido d’allarme lanciato dai medici dei Pronto Soccorso romani. Queste patologie, però, sono tempo-dipendenti: intervenire entro breve termine è – letteralmente – questione di vita o di morte.
L’allarme dei medici: “Chi soffre di cuore non va al Pronto Soccorso per paura del contagio, ma così aumentano le vittime di infarto e ictus”
Secondo l’Osservatorio Ictus Italia l’ischemia cerebrale rappresenta la prima causa di invalidità nei paesi industrializzati, la seconda causa di demenza e la terza causa di mortalità. Molti pazienti con sintomi di ictus, però, per paura del covid evitano l’ospedale.
Per questo, in occasione della giornata mondiale dell’ictus, gli specialisti lanciano l’allerta. Invitando i cittadini ad agire presto, in caso di sintomi, per evitare danni permanenti. “Nei Pronto Soccorso – sottolineano i medici – ci sono percorsi separati tra pazienti Covid e non”.
“Nell’ictus l’intervallo di tempo dalla comparsa dei sintomi, entro il quale è possibile effettuare gli interventi terapeutici efficaci, la somministrazione di farmaci o l’esecuzione di procedure per il ripristino dell’afflusso di sangue nelle aree ischemiche, è molto limitato“, sottolinea il direttore del reparto Neurologia del Policlinico Campus Bio-Medico, Vincenzo Di Lazzaro.
“Se i pazienti vanno in ritardo al Pronto Soccorso si può arrivare a conseguenze disastrose. In generale l’ictus allarma meno di altre patologie perché non provoca dolore. Se non si riesce a muovere un braccio, si può pensare di aver dormito in posizione sbagliata e sentirlo bloccato, ma nel caso dell’ischemia cerebrale non c’è tempo da perdere“, continua il primario.
Secondo i dati diffusi dalla Siems – Società Italiana Emergenza Sanitaria – nella sola città di Roma nel periodo marzo-aprile 2020 si sono registrati 305 interventi di soccorso per ictus, contro i 358 dell’anno precedente.
“Andare in un pronto soccorso specializzato dal quale accedere a più specialisti, come quello da poco avviato al Campus Bio-Medico, è essenziale”, conclude Di Lazzaro.
Nei pazienti affetti da ictus circa un terzo delle persone colpite non sopravvive a un anno, mentre un altro terzo sopravvive con una significativa invalidità. Nel nostro Paese si registrano almeno 100mila nuovi ricoveri l’anno: fondamentale non farsi frenare dalla preoccupazione del virus e recarsi dunque immediatamente al Pronto Soccorso.
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