Da qualche giorno sulla rotonda di viale Nettuno, a Fregene, è comparsa un’ancora. I dettagli saranno svelati ufficialmente nel pomeriggio di oggi, giovedì 16 maggio, quando verrà inaugurata la targa che è stata posizionata accanto all’ancora. E’ dedicata, infatti, alla memoria di una persona molto conosciuta nella località.
Nell’incrocio di Fregene arriva un elemento legato alla pesca e alla tradizione in particolare del Villaggio dei pescatori
L’ancora in questione, di colore nero, arriva dalla Nausicaa. Era l’imbarcazione che utilizzava Armando Micco, figura storica del Villaggio dei pescatori di Fregene, venuto a mancare nel 2009.
Armando risale ad un’epoca in cui tutti si conoscevano. E, ancora oggi, non è stato dimenticato dai vecchi residenti e dai loro figli, ma anche dalle tantissime persone che avevano a che fare con lui per motivi di lavoro o prendevano casa al Villaggio.
Nel pomeriggio di oggi giovedì 16 maggio, alle ore 17, sarà scoperta la targa accanto a quest’ancora donata dal figlio Mariano. Originariamente era di colore grigio ma è stata riverniciata e riportata a nuovo.
“Ringraziamo Armando e la famiglia perché hanno donato l’ancora. Rappresenta il mare, la pesca, il legame con il territorio – spiega l’assessore ai Lavori pubblici, Giovanna Onorati – ha quindi un grande significato. Cercavamo un simbolo da posizionare su questa rotonda e la famiglia di Armando ci ha regalato l’ancora. La targa è in memoria di Armando, a cui l’ancora era appartenuta”.
La rotonda è quella realizzata alcuni mesi fa e che si trova all’incrocio tra viale Nettuno e via Cesenatico, un luogo caratterizzato da sempre da incidenti poiché è un’intersezione molto ampia dove auto e moto hanno, purtroppo, sempre corso.
Una storia particolare, quella di Armando, raccontata dal figlio, e che risale a quando il pescatore era arrivato a Fregene partendo praticamente con niente da Minturno.
“Nel 1956 insieme al padre Mariano, al fratello Antonio e al loro amico Vittorio – scrive il figlio Mariano – con un piccolo gozzo a remi e a vela si imbarcarono in cerca di nuovi lidi, e navigando giorno e notte raggiunsero quella spiaggia tanto agognata che poi grazie a loro e a molti come loro è diventata il Villaggio dei Pescatori”.
Qui altri loro paesani avevano iniziato a costruire delle capanne con la paglia di mare che le onde lasciavano generosamente sulla riva dopo le mareggiate. I loro giacigli non erano altro che quattro pali conficcati nella sabbia dove poi veniva intessuta una sorta di rete con del filo metallico e dove veniva adagiata della semplice paglia, era così che si costruiva la ‘barrezzola’. Aveva 12 anni ma già determinato e convinto che il mare sarebbe stato la sua vita”.