Avrebbero favorito le pratiche edilizie di una clinica in cambio di assunzioni dei propri familiari e conoscenti il vigile urbano e il consigliere municipale arrestati stamattina a Roma. Il vigile urbano ambiva a fare il comandante della polizia locale di un comune dell’area metropolitana.
Oggi, martedì 13 ottobre, infatti, in esecuzione dell’Ordinanza di applicazione di misure cautelari personali emessa dal Giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Roma, personale della Polizia Locale di Roma Capitale e del Comando Compagnia Carabinieri Roma Piazza Dante ha proceduto all’arresto di cinque persone, tra cui due pubblici ufficiali.
Le indagini coordinate dal Procuratore Aggiunto Paolo Ielo e dai Sostituti Procuratori Luigia Spinelli e Gennaro Varone hanno consentito di accertare che un consulente d’azienda, dovendo procedere alla ristrutturazione con conseguente ampliamento dei locali e dei posti letto di una struttura sanitaria con Residenza Sanitaria Assistenziale, al fine di aggirare il normale iter burocratico amministrativo si avvaleva, per il tramite di due esponenti della politica locale del V Municipio, di pubblici ufficiali, incaricati di costruire documentazione che consentisse il buon esito della pratica.
In particolare, secondo quanto ricostruito, un funzionario di Polizia Locale e un funzionario Amministrativo operanti nell’ambito del V Municipio capitolino, garantirono l’emanazione di una Determinazione Dirigenziale, propedeutica alla definitiva autorizzazione di ampliamento da parte della Regione Lazio, che dissimulasse il reale stato dei luoghi della clinica e dei lavori da eseguire.
In cambio dei favori resi, il referente della clinica avrebbe garantito a politici e pubblici ufficiali l’assunzione di personale all’interno della struttura sanitaria. Inoltre, il Funzionario di Polizia Locale chiedeva per sé ai due politici il ruolo di Comandante di polizia locale presso un comune dell’area metropolitana.
Nel corso dell’attività, sono state eseguite anche perquisizioni domiciliari e presso i luoghi di lavoro dei destinatari dei provvedimenti e di altre persone a vario titolo coinvolte nelle condotte illecite. La documentazione sequestrata è stata posta al vaglio dell’Autorità Giudiziaria.
Le indagini sono scaturite da alcune denunce rese da cittadini di nazionalità cinese circa comportamenti concussivi posti in essere dai pubblici ufficiali indagati.