Immunoterapia, nuove frontiere per battere il cancro dell’utero al Policlinico Gemelli

Nuove frontiere per combattere il cancro dell'utero, lo studio del Gemelli e come viene applicato

Medici del Gemelli

Un nuovo trattamento per bloccare il cancro dell’utero anche in stato avanzato. Prevede l’aggiunta di immunoterapia al trattamento standard con chemio-radioterapia. Ad aprire le nuove frontiere per combattere il cancro dell’utero  – il quarto tumore per mortalità delle donne – gli esperti del Policlinico Gemelli.

Nuove frontiere per combattere il cancro dell’utero, lo studio del Gemelli e come viene applicato

Il nuovo trattamento, ideato al Gemelli, ha ridotto del 30 per cento il rischio di progressione della malattia o di morte.

L’immunoterapia – fa sapere il Gemelli – offre miglioramenti significativi e clinicamente rilevanti nella sopravvivenza delle donne con una diagnosi di cancro cervicale localmente avanzato e ad alto rischio”.

Si tratta del risultato incoraggiante di uno studio multicentrico di fase III pubblicato sulla rivista Lancet, ideato e coordinato da Domenica Lorusso – oggi responsabile della Ginecologica Oncologica di Humanitas San Pio X e professoressa ordinaria di Humanitas University – mentre era responsabile Uoc Programmazione Ricerca Clinica del Gemelli.

Allo studio ha preso parte anche il professore Giovanni Scambia, direttore dell’Unità Operativa di Ginecologia Oncologica del Gemelli e ordinario di Ginecologia e ostetricia all’Università Cattolica.

L’incidenza

Il tumore della cervice è il quarto tumore più comune nelle donne in tutto il mondo e la quarta causa di morte per cancro nelle donne tra i 35 e i 54 anni – spiegano dal Policlinico -. Il protocollo prevedeva la somministrazione di pembrolizumab, un inibitore dei check-point immunitari, insieme al ciclo standard di radioterapia e chemioterapia concomitante, seguito da un trattamento di mantenimento con il solo pembrolizumab”.

“Secondo i risultati, il trattamento combinato con immunoterapia, se paragonato a quello standard più placebo, ha ridotto del 30 per cento il rischio di progressione della malattia o di morte”.

Questo beneficio è stato consistente in tutti i sottogruppi di pazienti, sebbene sia più pronunciato nei casi di malattia in fase più avanzata.

Si tratta di un traguardo importante, dal momento che il trattamento convenzionale, in uso dal 1999, ha un’efficacia limitata, soprattutto per le pazienti con la forma localmente avanzata della malattia”, afferma la professoressa Domenica Lorusso.

“Studi precedenti – aggiunge – avevano già mostrato miglioramenti con l’uso di pembrolizumab, sia da solo che in combinazione con regimi chemioterapici, ma solo in pazienti con cancro cervicale metastatico o in recidiva.

Questa è la prima volta che testiamo il trattamento in prima linea, per le nuove diagnosi di tumori localmente avanzati”.

L’eccellenza del Gemelli

Una conferma per il Gemelli, classificato tra i migliori ospedali al mondo. 

Il Policlinico Gemelli infatti nel 2024 è ancora una volta il “migliore ospedale d’Italia” secondo la classifica stilata ogni anno dal magazine americano Newsweek, in collaborazione con Statista.

È il quarto anno di fila che il Policlinico universitario si colloca al vertice dell’eccellenza in Italia, consolidando anche la sua posizione di assoluto rilievo nella classifica mondo, piazzandosi al 35° posto assoluto (lo scorso anno era 38° nel ranking dei migliori ospedali del mondo) nel top 250 mondiale. È l’unico ospedale italiano tra i primi 50 al mondo.