Nella cartografia che accompagna il bando per l’assegnazione della gestione dei chioschi di Capocotta pubblicato dal Comune di Roma ne manca uno, forse il più significativo: l’Oasi Naturista, spazio dove da 25 anni è autorizzata la pratica del nudismo.
Gli obblighi dei gestori e la sorpresa nel bando per l’assegnazione della gestione dei chioschi di Capocotta: nella cartografia ne sparisce uno
E’ la sorpresa più clamorosa del bando pubblicato sul sito istituzionale comunale che avevamo anticipato ieri in questo articolo. L’Oasi Naturista, costituita con delibera del Consiglio comunale di Roma il 22 luglio 1999, prima spiaggia istituzionale in Italia dedicata alla tintarella integrale, non solo non è stata inserita nel bando per la gestione dei chioschi di Capocotta ma addirittura è stata fatta sparire dalla cartografia allegata dall’amministrazione.
E’ un fatto assolutamente singolare, considerato l’alto valore civile rappresentato dal diritto all’abbronzatura integrale sancito 25 anni fa con la benedizione dell’allora sindaco Francesco Rutelli che intervenne personalmente all’evento. Da allora 250 metri di fronte mare, tra i chioschi “Settimo cielo” e “Porto di Enea” lungo la via Litoranea Ostia-Anzio, sono dedicati all’integrazione tra i cosiddetti “tessuti” (bagnanti con il costume) e i naturisti. I gestori del chiosco in tutti questi anni non solo hanno assicurato il servizio di salvamento, la pulizia dell’arenile e dei servizi igienici, la ristorazione dei bagnanti ma, soprattutto, hanno preservato la promiscuità equivoca e i rischi di voyerismo e di prostituzione sulle dune.
Che ne sarà del naturismo?
Il fatto che in Campidoglio dopo 25 anni si sia ignorata l’esistenza del chiosco con relativo servizio naturistico è da considerarsi un mero errore oppure la volontà di arretrare sul piano dei diritti? L’interrogativo dovrà trovare risposta fin dalle prossime ore, considerata la riunione convocata sul tema spiagge dal X Municipio presso il Palazzo del Governatorato e fissata per domani, mercoledì 13 marzo, a mezzogiorno al Palazzo del Governatorato di Ostia.
Gli obblighi per i gestori
Come annunciato, il Campidoglio ha messo a bando tre lotti con esclusione dei chioschi “Settimo cielo” (se ne ipotizza la demolizione per abusi edilizi) e il “Mecs village” (distrutto dall’incendio di domenica scorsa). Piccole demolizioni sono previste anche per il lotto A (Dar Zagaja) e per il lotto D (Porto di Enea). Resta immutato lo spazio per il “Mediterranea” (lotto B)
Il bando prevede contratti di affidamento della durata di 6 anni rinnovabili per una sola volta. Il Dipartimento Patrimonio ha stimato i canoni annuali a base d’asta per i lotti B e D in euro 27.679 e euro 32.685 per il lotto A. Ai canoni è previsto uno scomputo per i servizi di pulizia delle dune.
Gli obblighi dei gestori prevedono la promozione di iniziative sportive e culturali, la tutela e manutenzione dei chioschi e delle relative strutture e l’erogazione dei servizi di ristorazione. Su quest’ultimo punto pende la spada di Damocle della mancanza di allaccio fognario.
I candidati non dovranno avere situazioni di morosità nei confronti dell’amministrazione capitolina o occupare abusivamente di immobili di proprietà di Roma capitale. Così come chiesto dall’Assemblea capitolina tra i criteri di premialità previsti dal bando vi sono punteggi specifici per le proposte che includeranno attività in favore della comunità Lgbtqia+, interventi di riqualificazione urbana che abbiano un positivo impatto sul tessuto sociale del territorio e azioni di inclusione nei confronti di categorie fragili.
Le offerte dovranno pervenire entro le ore 16,00 del prossimo 2 aprile.