Un cane scuoiato, decapitato e buttato in mezzo ai rifiuti, a ridosso di cassonetti stracolmi. E’ una scena dell’orrore quella che si è ritrovata davanti ieri mattina una passante nella periferia est di Roma.
I resti del cane trovati in mezzo a sacchi di rifiuti nella periferia est di Roma: la denuncia animalista
A lanciare l’allarme poi ci hanno pensato gli animalisti dell’Aideaa, l’associazione italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente con base a Milano.
Il raccapricciante avvistamento in via Camarda, a Castelverde, territorio del VI Municipio Torri dove mesi fa erano state trovate tartarughe cucinate all’aperto.
Il ritrovamento
In un tappeto di rifiuti spicca la pelliccia scuoiata di un pastore maremmano. La pelle sembra sia stata scuoiata con cura, insomma dalla mano dell’uomo. E la testa ruzzolata (buttata o finita) poco più in là in mezzo ad altri sacchi di immondizia.
Lorenzo Croce, il presidente dell’associazione ambientalista, ha subito segnalato i resti del cadavere del cane a carabinieri e Polizia ed informato gli uffici del Municipio.
“Ora speriamo che chi lo ha ridotto così, anche se probabilmente dopo morto, venga individuato. Ci aspettiamo segnalazioni. Chiunque sappia o abbia visto qualcosa si metta in contatto con noi o riferisca alle forze dell’ordine”, dice.
“E’ nostro compito denunciare certi orrori, ma ogni volta lo facciamo con un peso sul cuore. Temiamo casi di emulazione. Negli ultimi giorni su tutto il territorio italiano abbiamo avuto casi raccapriccianti. Come il cane impiccato in Calabria o la lupa sventrata – proprio nel senso letterale – in Liguria, o il gatto ucciso con un cacciavite ad un occhio in Sicilia”.
L’autopsia
Una eventuale autopsia potrebbe intanto accertare le cause della morte del cane e anche l’origine dello scuoiamento. A ridurre il corpo del povero animale potrebbe essere state la meni di qualche malvagio o di cinghiali sempre a caccia di cibo tra i rifiuti o più auto che lo hanno investito?
La vista dei resti – secondo gli animalisti – farebbe propendere più per la prima ipotesi, ossia alla mano dell’uomo, anche se all’apparenza più disumana.