Sarà un Natale e una fine 2023 all’insegna della morigeratezza e della rinuncia ai tradizionali botti, fuochi d’artificio, petardi e bombe carta in tutto il territorio del Comune di Civitavecchia, dal prossimo 23 dicembre al 2 gennaio del 2024.
Il primo cittadino vieta l’impiego di fuochi d’artificio per tutelare persone fragili e animali dagli effetti delle esplosioni
Il divieto temporaneo di utilizzo di materiali esplodenti, fuochi d’artificio e oggetti suscettibili di provocare disturbo, rumori o deflagrazioni che possano infastidire soggetti fragili e animali è contenuto nell’ordinanza n. 617 firmata dal sindaco della cittadina tirrenica, Ernesto Tedesco, il 7 dicembre scorso.
Le ragioni che hanno spinto il primo cittadino a varare il provvedimento di interdizione all’uso dei fuochi sono i potenziali effetti di “forte disagio psicofisico” che gli stessi possono provocare sui bambini oltre che sugli anziani e gli animali domestici ma anche le connesse potenziali reazioni di “spavento, disorientamento, allontanamento in stato confusionale che potrebbero provocare incidenti stradali e investimenti di pedoni”.
Anche questa volta a opporsi all’impiego di fuochi d’artificio e bombe carta assortite nel territorio del comune di Civitavecchia sono state le associazioni animaliste che, sottolinea il sindaco nell’ordinanza, “hanno espressamente richiesto di disciplinare e vietare gli artifizi pirotecnici”.
Il sindaco non è in possesso di funzioni che gli consentano di proibire la commercializzazione dei prodotti immessi regolarmente sul mercato. Eccezion fatta per quelli clandestini o comunque privi dei prescritti requisiti di sicurezza che sono sequestrabili da parte delle forze dell’ordine e dagli agenti della polizia locale.
Rientra invece tra le sue facoltà quella di vietare l’utilizzo inteso come accensione e lancio di petardi, razzi, mortaretti, materiale esplodente, fuochi d’artificio cui conseguano deflagrazioni, oltre a qualunque altro materiale che ne provochi detonazione e di applicare le sanzioni previste in caso di inosservanza del divieto che contemplano il pagamento di una multa compresa tra 25 e 500 euro oltre alla confisca del materiale così come stabilito dalla legge n. 689 del 1981.
Il provvedimento è stato trasmesso alla prefettura di Roma, al commissariato di pubblica sicurezza locale, alla compagnia dei carabinieri e alla Guardia di finanza di Civitavecchia allo scopo di “facilitare i relativi controlli”.