Chi lo conosce, e a Ostia sono in tanti, lo considera il “commissario gentile” del Commissariato Lido. Il volto umano della Polizia di Stato che dialoga con la società civile e trova le soluzioni per limare le tensioni e i lacciuoli a volte incomprensibili della burocrazia.
Per il Sostituto Commissario Salvatore “Fabio” Baldacchino, oggi è l’ultimo giorno di lavoro. Consegnerà pistola e distintivo dopo 38 anni e 7 mesi di carriera costellata di encomi e di lodi ottenuti sul campo, prima a fronteggiare l’eversione terroristica dalle fila dell’Ucigos, poi a scovare malviventi di ogni risma. All’età di 60 anni, può ritenersi soddisfatto non solo per i riconoscimenti arrivati dalle istituzioni – il Capo dello Stato peraltro lo ha nominato Cavaliere della Repubblica – ma anche per quanto gli viene attribuito dalla società civile di Ostia: il volto gentile e umano della Polizia di Stato a Ostia.
E’ schivo e modesto Fabio Baldacchino. Sulla parete del suo ufficio ci sono solo due quadrucci, il ritratto dipinto da una sua amica e lo scudetto dell’Inter ricevuto dall’autista dell’allora presidente del club nerazzurro, Massimo Moratti. Eppure la sua carriera ha avuto momenti di grande impegno e di altrettanto importante riconoscimento. Come quello profuso ad agosto 1987 in occasione della rivolta dei detenuti del carcere di massima sicurezza di Porto Azzurro quando convinse i rivoltosi, capeggiati dal terrorista Mario Tuti, a dare fine all’occupazione e liberare gli agenti in ostaggio. Oppure come il caso felicemente risolto del tentato omicidio del tunisino Alì Saadani, primo episodio di odio razziale punito con la legge Mancino: il 19 febbraio 1994 lo straniero venne massacrato di botte da una gang di ragazzi a Ostia. Baldacchino ricevette un encomio per quel caso con le seguenti motivazioni: “Evidenziando notevoli capacità professionali, acume investigativo, espletava ad una complessa indagine di Polizia Giudiziaria che si concludeva con l’arresto di numerosi individui, responsabili di tentato omicidio in danno di un cittadino di nazionalità tunisina”.
Da domani la sua vita sarà diversa, dedicata all’amore per il suo nipotino e alla passione della coltivazione di ortaggi nel suo orto. E sarà diversa anche per la comunità di Ostia che lo ringrazia per l’impegno che ha sempre riversato verso il bene comune. Grazie Fabio!