Ormai le segnalazioni si moltiplicano come i like dei video che diventano virali sulla rete. Ma non riguardano episodi social più o meno esilaranti, sono segnalazioni allarmate di serpenti capaci di perdersi all’interno di un garage cosi come di eleggere, a proprio nido, i posti più impensati delle abitazioni. Le richieste di aiuto, ormai, sono all’ordine del giorno e tempestano con centinaia di messaggi anche i profili Fb di etologi ed esperti vari, sia per avere informazioni più circostanziate, sia per richiedere interventi in loco salvifici e riparatori.
L’invasione di serpenti dalla preoccupante cromatura sta seminando il panico nella Capitale
Ma il rettile che, al momento, sta letteralmente terrorizzando la città e il suo hinterland non solo, come tutti i serpenti, ha un aspetto poco rassicurante ma assomiglia anche, per le sue variegate cromature, a un consimile, protagonista di molte avventure a fumetti degne di Tex Willer, capace di uccidere davvero in pochi minuti.
Gran parte delle segnalazioni che circolano sul web, infatti, riguardano, puntualmente esemplari di Coluber viridiflavus, nome scientifico del più volgare “biacco“, rettile non velenoso appartenente alla famiglia dei colubridi nonché presente, in special modo, nelle campagne e nei giardini delle ville. Sia all’interno di terreni rocciosi secchi e soleggiati ma anche in luoghi più umidi come le praterie e le rive dei fiumi.
Questa sua versatilità ambientale ne favorisce, talvolta, la dispersione all’interno di aree ed edifici abitati da cui poi, il povero “biacco” di turno non è più in grado di allontanarsi. Ed ecco che, quella sfortunata somiglianza, con il serpente corallo tipico dei deserti americani e del Messico gioca a suo sfavore, seminando il panico tra le persone che lo incontrano nelle proprie case oppure terrorizzando interi condomini. E’ ciò che è accaduto, nei giorni scorsi in uno stabile della Bufalotta, dove le sue squame del serpentello di colore giallo chiaro, con variazioni cromatiche alternate per tutta la lunghezza, hanno indotto i disperati inquilini a rivolgersi a un etologo pur di catturarlo (leggi qui).
Forse il caldo e l’afa, del più caldo mese di luglio che la storia climatica ricordi, sono stati fattori che hanno spinto un gran numero di “biacchi” a cercare refrigerio oppure acqua all’interno di giardini dove risulta più facile procurarsene proprio perché in genere dotati di sistemi automatici di irrigazione.
Ora, allo scopo di fare chiarezza ed evitare conclusioni, oppure telefonate allarmate ai numeri di emergenza, è bene ribadire che il povero “biacco” non ha affatto capacità venefiche, a differenza del morso letale del serpente corallo. Quest’ultimo che, con il biacco, condivide solo una lunghezza media di poco superiore al metro, appartiene alla specie degli “ofidi proteroglifi” ed è dotato di due affilatissimi denti anteriori capaci di favorire l’inoculazione di un potentissimo veleno in grado di uccidere l’essere umano in pochi minuti provocando un blocco neuromuscolare irreversibile.
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