I celebri magazzini MAS tornano a brillare di luce nuova esattamente dieci anni dopo la loro chiusura nella centralissima zona di piazza Vittorio. All’interno di un edificio che ha segnato la storia e il costume della Capitale troverà, infatti, posto l’”Accademia Costume & Moda”, una delle più importanti realtà di formazione del settore, fondata a Roma nel 1964.
I grandi magazzini MAS tornano a vita nuova grazie all’arrivo di una sede dell’Accademia di Costume & Moda
L’apertura della nuova sede è frutto dei lavori di restauro avviati nel mese di settembre del 2022 e che, secondo il crono-programma dovrebbero concludersi entro il mese di ottobre del 2024 in coincidenza con l’inizio primo anno accademico della nuova sede dell’”Accademia Costume & moda”.
I magazzini MAS di via dello Statuto, acronimo nato dall’omonima strada in cui si trovavano, sono stati parte integrante della storia commerciale e non solo della città di Roma. Agli inizi del secolo avevano la denominazione di Magazzini Castelnuovo e, da subito, avevano rappresentato un’importante novità nel tessuto economico della capitale.
La forza di penetrazione di MAS che subentrò al primo grande magazzino trovava linfa dall’ampio catalogo delle merci in vendita, ma anche nei prezzi assolutamente concorrenziali che riusciva a praticare. Nei vari spazi espositivi e nei cestoni ricolmi di tessuti e stoffe c’erano taglie e fogge per tutti i gusti. Da reggiseni di grande taglia in color marrone a un’ampia scelta di abiti di tipo militare. Negli Anni Settanta e Ottanta MAS era il tempio della moda low cost, ed entrò, così tanto, nell’immaginario collettivo da essere inserita in una canzone firmata dai Fratelli Balestra e intitolata la “Samba di MaS”. Più recentemente, negli Anni Novanta, l’atmosfera rigorosamente vintage dell’ampio locale di via dello Statuto entrò a far parte anche di un brano composto dal rapper romano Piotta che girò, all’interno di quei locali, il videoclip del singolo “Dimmi qual è il nome”.
All’inizio di questo secolo il grande magazzino ha iniziato a perdere colpi, sotto la pressione crescente esercitata dai negozi cresciuti come funghi, proprio nella zona di Piazza Vittorio, e specializzati nella vendita a prezzi stracciatissimi di merci made in China. Nel 2013 la chiusura definitiva delle serrande dopo i molteplici annunci con cui i proprietari di MAS avevano dato risalto a una crisi finanziaria non più reversibile.
I lavori di ristrutturazione dei locali che erano appartenuti allo storico marchio sono stati realizzati da Azimut Libera Impresa, con il Fondo IPC – ESG dedicato alle infrastrutture sociali e riservato a investitori istituzionali, che ha acquistato l’edificio e finanziato il relativo progetto di recupero di un edificio di epoca umbertina risalente alla fine dell’800. Nello stabile che ha una superficie complessiva di 5mila metri quadri troveranno posto aule completamente digitalizzate, laboratori di accessori, costume, alta moda, fotografia e styling oltre a una biblioteca e a una sorta di museo dei tessuti. In più ci saranno spazi ricreativi destinati alla condivisione e all’apprendimento delle varie materie.
Moltissimi i corsi che saranno organizzati dall’Accademia di Costume & Moda nello storico edificio di epoca Umbertina
L’Accademia Costume & moda ha in progetto la realizzazione di vari corsi triennali: il diploma accademico di I Livello (DAPL) in “Costume e Moda”; quello in comunicazione di moda per “Fashion Editor, Styling & Communication” ; il diploma in Fashion Management dedicato al “Sistema del Prodotto Moda” e il master di 1° Livello (MA1) in “Alta Moda e Fashion Design”; quello in “Design degli Accessori”; il master “Fabrics Innovation Design” quello riservato all’”Arte e al Mestiere del Costumista” e, infine, quello in “Maglieria, Creative Knitwear Design”, oltre a nuove proposte formative.
In occasione del sopralluogo ufficiale al cantiere che si è tenuto oggi alla presenza dei rappresentanti che si stanno occupando del restauro dell’edificio il sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri ha affermato di credere, fermamente “nei progetti di riqualificazione e rigenerazione urbana, perché capaci di rilanciare socialità e qualità della vita per intere zone della città. Come in questo caso – ha proseguito – in cui un edificio storico, si avvia a un nuovo futuro e a una nuova funzione dal grande impatto sociale e culturale”.