Ricci di mare, continua il saccheggio nel litorale laziale. Nella serata di mercoledì primo marzo i Carabinieri della Sezione Radiomobile della Compagnia di Civitavecchia hanno sanzionato un 42enne barese, già noto alle forze dell’ordine, intento a caricare a bordo della propria autovettura due intere casse colme di echinodermi, i cosiddetti ricci di mare.
Denunciato un improvvisato sub: aveva prelevato 2500 ricci di mare. I carabinieri li hanno rigettati in mare
In particolare, all’esito di un più approfondito controllo, l’uomo è stato trovato, ancora con indosso la muta da sub, in possesso di circa 2.500 esemplari di ricci di mare, appena pescati nello specchio d’acqua antistante il lungomare di Santa Severa.
Atteso il limite massimo di pesca imposto dalla vigente normativa a 50 esemplari, il 42enne è stato sanzionato con il sequestro di tutte le attrezzature da pesca e con una multa di 6.000 euro, mentre il pescato è stato immediatamente restituito al mare.
Non è la prima volta quest’anno che i Militari dell’Arma ma anche la Guardia di Finanza (leggi qui) sanzionano persone trovate in possesso di elevate quantità di echinodermi, ben al di là del limite consentito.
Dall’inizio dell’anno, infatti, solo i carabinieri hanno multato tre pescatori di frodo e recuperato e rigettato in mare un quantitativo che sfiora complessivamente i 10.000 ricci di mare.
Il business dell’oro nero
Il business vale migliaia di euro ed è frutto di un tesoro nascosto proprio sotto il mare del Lazio. I pescatori di frodo principalmente dalla Sicilia, dalla Campania, dalla Puglia. E arrivano a Civitavecchia, Santa Marinella, Ostia, Anzio, Tarquinia, per un saccheggio tutto illegale, basato sulla pesca dei ricci di mare.
Tra gli ultimi episodi qualche giorno fa davanti alle acque di Civitavecchia: sette pescatori sorpresi dalla guardia di finanza con un bottino di 13 mila esemplari.
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